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seguì una nuvola di polvere e fumo levarsi dalle case di Ca de Badin. Lo
spostamento d'aria in parte ebbe modo di dissolversi nella distanza. La terra
tremò come percossa dal terremoto. La volta resistette, mentre noi
ricevemmo delle spinte contro i sassi. Non subimmo altri danni. Al diradarsi
della nuvola seguì un silenzio tragico. Mezza contrada era stata rasa al
suolo, colpita in pieno dalle bombe. Altri ordigni scoppiarono nella
campagna limitrofa. La conta esatta dei morti non la ricordo. Noi restammo
fermi nel pozzo, mentre le fortezze volanti, liberate dal peso, ripresero quota
allontanandosi sopra il mare. La contraerea dal sito sopra Noli fece sentire la
sua voce di morte che accompagnava quanto già fatto dalle bombe. La
notizia del disastro si propagò rapidamente fra gli adulti. Molti corsero a
prestare aiuto.
Quella visione mi seguì per anni nei sogni notturni. Lasciò una traccia
indelebile nella memoria.
Altro fatto tragico di quel periodo avvenuto a Magnone Superiore fu la
morte della moglie di Latini Valentino, uccisa dai tedeschi; questi erano in
cerca dei partigiani e rastrellavano casa per casa. Lei rincasò dal terrazzo
chiudendo in fretta la porta, destando il sospetto che nascondesse qualcuno.
Spararono a ripetizione. La donna morì sul colpo, lasciando il marito e i figli
piccoli.
Per quanto riguarda il Pippo, esso ha continuato ancora a lungo a tormentare
le giornate paesane, sino a quando la lotta di resistenza non entrò nel vivo.
Verso Voze e le Manie, ai Gatti, vi furono scontri fra le opposte fazioni in
lotta. La presenza di militari tedeschi o “sanmarchi” in movimento veniva
segnalata dalle donne con l'esposizione di lenzuola di vario colore sul
davanzale delle finestre. Ogni colore aveva un significato nel codice di
autodifesa.
Poi finalmente giunsero gli americani e la fine della guerra. Pippo smise di
ronzare in cielo. I partigiani lasciarono le colline. In paese fecero la conta
dei morti e dei dispersi. Alcuni tornarono dalla guerra distrutti nel fisico e
nel morale, con l'obbligo di riprendere il duro fardello del vivere quotidiano,
conservando rancori e sospetti verso i vicini, conosciuti come collaboratori
del passato regime. Per quelli della mia generazione la guerra è un ricordo
lontano. Per i ragazzi un “sentito dire” annacquato dal tempo, anche se
sempre incombente in territori non lontani da noi.”
“Oggi il rombo dei reattori significa turismo, movimento, velocità di
comunicazione. Ogni tanto capita di sentire e vedere volare esemplari che
nel “miagolio” ricordano il famoso Pippo. Sono aerei leggeri da diporto.
Soltanto il rumore conserva quel tragico messaggio di timore e morte che un
tempo i veri Pippo incutevano e anticipavano.”
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