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Con il pretesto della nevicata, Beppe della Breia, uomo buono e
gentile c'invitò con altri amici a mangiare lo stoccafisso e a cacciare
con la "tesa". Un capanno nascosto negli orti, una rete traditrice che
si rinchiudeva di scatto su inermi e affamati passerotti. Più avanti nel
tempo sparai anche qualche fucilata, ma raramente mi capitò di fare
cose più inutili e mai così inutilmente crudeli. Si decise in famiglia di
trascorrere le feste a Spotomo, poi si sarebbe pensato al ritorno a
Savona. Io tremavo solo all'idea. Dario di Tosse, con una provvista di
legna ci portò "l'albero" e un modesto contingente di pastorelli fatti
arrivare dalla città, consentì alla mamma d'allestire un piccolo ma
fantasioso presepe. Era bello girare, specie in quei giorni, per le
strade del paese; mi sentivo già parte di quella comunità. Tutti ti
riconoscevano, ti salutavano, ti facevano gli auguri. Per me era una
piacevolissima novità che riassaporo intatta ancor oggi quando torno
a Spotorno. Passammo i pomeriggi delle domeniche in quella bolgia
dantesca che era il cinema Mignon. La Recle alla cassa, che ti
scrutava ironica, per indovinare le intenzioni con le quali entravi, la
lda, addetta alla sorveglianza e che usava la voce come una frusta, il
fascio di luce del proiettore che a stento fendeva la cortina fumogena
azzurra, provocata da decine di sigarette accese. Ci si chiamava ad
alta voce, si rideva, si tossiva, s'entrava quando s'entrava, senza far
caso - come ora - all'orario d'inizio del film e s'usciva con uno
sbatacchiar di sedie: "Siamo arrivati qui..." e via a pestare i piedi ai
compagni di fila. Al Mignon c'erano il fumo attivo e quello passivo,
eravamo indisciplinati, rumorosi e stretti come sardine.
Capitò anche che il buio si facesse complice di qualche timido
"ginocchino" rubato sotto i cappotti: immaginifiche premesse di un
dopo che nella stragrande maggioranza dei casi non ci fu mai. Il tutto
mentre scorrevano esauste pellicole da oratorio che crepitavano e
s'inceppavano come vecchie mitragliatrici. Ma anche quello era parte
del poco che ci faceva divertire comunque; ci tenemmo caldo e
l'inverno fece presto a finire. Nell'aria, che andava intiepidendosi, già
si spandeva il profumo delle mimose.
Anno IV - Numero 13 - 1° Trimestre 2001
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