Page 19 - valente-libro-online
P. 19
un nome così non poteva che essere bello. Erano in pensione da
Camillo. Un portoncino verde sotto un arco di Via Mazzini; una
casa piccola, semplice e all'interno bianca di calce. Camillo, basco
in testa e mezzo toscano perennemente tra le labbra, era burbero e
buono come il pane e tollerava con ruvida indulgenza i non pochi
decibel che prorompevano dal nuovissimo Lesa a valigetta di
Giulio. Passammo pomeriggi interi ad ascoltare gli "ultimi" 78
giri, i "padelloni", così li chiamavamo. Furono i primi vagiti, a
tutto volume, di una passione che non ci abbandonò più. Oltre al
giradischi, Giulio esibiva i blue-jeans; fu il primo. Glieli aveva
comprati suo padre a Genova, in Via Prè ... e questa provenienza
di sapore men che ortodosso doveva suonare come garanzia di
qualità. Due tubi di cartone azzurro scuri, simil tela ..., con doppio
risvolto in fondo, tali da far apparire il mio amico come piantato
in un vaso di terracotta. "Ma sono originali", rispondeva Giulio
alle nostre maliziose perplessità. Feci in tempo a vedere, "dal
buco della serratura", una delle serate di gala che si tenevano il
venerdì nel salone del Premuda. Le signore in lungo e gli uomini
in abito scuro che, recitava l'invito, era "gradito". L'orchestra
suonava valzer importanti e i camerieri svolazzanti come rondini,
dribblavano eleganti tavolini. Se ci penso oggi, quelle serate da
grandi e da "signori", potevano rappresentare forse uno dei primi,
significativi segnali di risveglio, di volontà di riprendere fiato
dopo anni di faticosa apnea.
Per me invece era dura a far tutto in quelle giornate di sole blando,
impigrito sugli intonaci della case! Ma scoprii la Pineta, da subito
con la maiuscola nei miei occhi ammirati. Raramente soli, sovente
in folta schiera, più tardi (ma mica tanto) tenendo per mano
qualche "tedeschina", la percorrevamo quasi in silenzio, chissà
fino a che punto consapevoli di una palpabile ma misteriosa
inviolabilità. E qualcosa dentro entrò; prima che il rispetto per
l'ambiente diventasse vera e propria cultura, avevano agito sulle
nostre coscienze di creta magari una famiglia, un buon maestro di
scuola, qualche saggio ammonimento per tenerci lontani per
sempre dall'insensibilità, dal disprezzo del bello che in tempi
17