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Seconda parte



          Sì, arrivò l'autunno, ma non poche furono le giornate "corte e
          chiare".  Il   vento  raramente   si  innervosì.   Solo   qualche   sera  in
          Novembre, il mare flagellò i moli e la spiaggia con schiume
          rabbiose. Restavano nell'aria l'odore di salmastro e sulla sabbia, al
          mattino, tracce di quella furia: alghe fradice, pezzi di legno, fondi
          di bottiglia ed altre cose morte, tra le quali vecchi pensionati
          muniti di bastone e qualche bambino che cercavano improbabili
          tesori.
          Vedemmo   insomma   l'autunno   nel   suo   malinconico   e   tenue
          splendore e con buona pace dei luoghi comuni a venire, ci fu
          proprio la "mezza stagione". Con Giulio e Angelo, fratelli savonesi
          di   importazione   estiva,   sedotti   da   quell'ottobrata,   azzardammo
          qualche tuffo anche se l'acqua aveva già temperature da bagno
          penale. Ci divertimmo parecchio con il "croquet", un gioco a metà
          tra il golf e il polo e che consisteva nello spingere, con una mazza
          di legno, palle colorate, anch'esse di legno, attraverso semicerchi,
          questi di ferro, opportunamente fissati a terra. Il tutto, confezionato
          in un'enorme cassa, apparteneva a Najo e Lucetta, due bambini
          belli e biondi, figli di un'austera, alta e distinta vedova di Torino,
          cliente storica del Premuda.
          Godevo dunque in buona compagnia di un'insaziabile e pressoché
          illimitata   libertà   che   a   Savona   non   mi   era   stata   certamente
          consentita. Cara grazia se, abitando in Corso Mazzini, angolo Via
          XX Settembre (dove allora passava il tram!), riuscivo se il tempo
          lo consentiva a scendere sotto i tigli, dopo averlo attraversato, non
          senza le raccomandazioni alla prudenza per lo sparuto traffico di
          allora. Con gli amichetti del quartiere ci si divertiva con poco e di
          poco; era fiorente il mercato delle biglie e delle figurine. In quei
          giorni Giulio (dimenticavo: un metro e sessanta scarsi da grande,
          permalosa simpatia) ed io facemmo conoscenza con lna e Silvia,
          dolcissime   sorelle   che   per   una   breve   vacanza   al   mare   erano
          arrivate da Primaluna, un paesino in provincia di Como e che con

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