Page 13 - ricordi di sbarbaro-3
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Gli Sbarbaro, dopo i bombardamenti francesi di Genova, erano venuti
            a Spotorno in quella casa di via inferiore al castello; però, dopo che
            una bomba era caduta vicino a casa loro, poiché all'Hotel Esperia
            c'era   il   comando   tedesco,   erano   sfollati   a   Borsana   e   la   Lina
            conservava la foto di una casa di campagna che le ricordava la “casa
            dell'acciuga”,”la casa delle farfalle e dell'origano”, come la chiamava
            suo fratello, dove lui aveva tradotto, in armonia a quanto pensava del
            regime e della temperie drammatica che investiva il nostro paese, tre
            tragedie   greche   (Antigone,  Alcesti,   Il   Prometeo   incatenato)   e   un
            dramma satiresco, “Il Ciclope” che illustravano bene quello che lui
            pensava del potere,nelle sue varie espressioni, e della barbarie in cui
            eravamo caduti; il Ciclope era Hitler che, come l'Europa di oggi, si
            mangiava gli ospiti...
            La foto, dopo essere stata a lungo appesa in camera della Lina è poi
            approdata nello studio di Millo. (fig.16)


                                                                fig.16   Questa
                                                                foto   era   molto
                                                                cara agli Sbar-
                                                                baro; in quella,
                                                                casa   in   mezzo
                                                                alla   natura,
                                                                avevano   vissu-
                                                                to,   in   povertà,
                                                                dei momenti fe-
                                                                condi   e   felici,
                                                                lui, la Marinin
                                                                e la Lina.

























            Dopo le medie, molto probabilmente su suo consiglio (mio padre non
            mancava mai di consultarlo per mia sorella e me, circa l'opportunità
            di farci continuare a studiare), per farmi fare il liceo classico e per
            disciplinarmi un po' la mia famiglia mi ha “confinato” al Collegio
            Vescovile di Mondovì; il liceo di Mondovì, scuola pubblica, era
            considerato una scuola molto selettiva e dura.
            Sbarbaro non mi ha mai perso di vista e, ad ogni vacanza,andavo a


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