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Altri contributi di Giannino Balbis:
-Un'altra cosa relativa agli spareggi del '25. Io ho raccolto la testimonianza diretta di
uno spettatore presente allo spareggio di Milano, all'Arena: il dottor Otello
Bartolozzi, medico del lavoro per trent'anni alla Marelli, negli ultimi anni vissuto a
Bardineto, dove è morto nel 2005 a 95 anni. Nel 25 aveva 15 anni e andò col papà a
vedere la partita. Era piazzato proprio dietro la porta di De Prà. E vide bene – e
sarebbe stato disposto a testimoniarlo sotto giuramento – che il gol del Bologna dell'
1 a 2 (il Genoa era in vantaggio 2-0) non era gol: la palla, deviata da De Prà, era
uscita a fil di palo (le porte non avevano reti). Doveva essere calcio d'angolo, ma ci fu
un'invasione di campo da parte di un manipolo di tifosi bolognesi e camicie nere, e
l'arbitro dovette convalidare il gol per motivi di ordine pubblico, assicurando però al
capitano De Vecchi che la partita sarebbe stata considerata chiusa sul 2-0. Invece il
Bologna segnò un altro gol (convalidato nonostante un fallaccio su De Prà) e il
risultato sul campo fu di 2-2. La Federcalcio non omologò il 2-0 dichiarato dall'arbitro
ma annullò la partita per "la presenza di estranei in campo".
-Poi non puoi non ricordare nel libro Enrique Balbontin, figlio del tuo amico Duca: la
sua rubrica settimanale sul Secolo XIX ("Ingenoamente") è autentica letteratura
satirica ed eroicomica. Merita un plauso sincero.
-Qui è venuta in ritiro per diversi anni la Primavera del Genoa, quando era allenata
da Perotti prima e poi da Onofri...
Il campo sportivo su cui si allenava è lo stesso in cui, tra la fine degli anni '50 e l'inizio
degli anni '60, atterrava in piena estate l'elicottero di Paolo Emilio Taviani, grande
genoano non meno che studioso e politico. Sembrava la discesa dal cielo della
Madonna pellegrina! Il bello era che dall'elicottero scendevano, uno dopo l'altro,
l'onorevole e i suoi numerosi figli, tutti rigorosamente in divisa da gioco (maglia
rossoblù e pantaloncini blu), per fare una partita con un'improvvisata squadra
locale. Che tempi!! Mai più vista tanta gente così – tutto il paese o quasi - al campo
sportivo!
-Ciao, Bruno! Le nipoti sono nate: tutto bene, per fortuna! Si chiamano Celeste e
Vittoria, nomi beneauguranti, anche in chiave Genoa! A proposito, nel frattempo ho
letto velocemente il tuo testo: mi sembra davvero interessante, con un opportuno
equilibrio fra documenti e ricordi. Ottima la prefazione di Astengo. Visto che hai
inserito la bella poesia di Meirana, mi permetto di segnalarti anche questi miei versi
dedicati all'amato Grifone: vedi tu se vale la pena di riportarli. Li avevo pensati come
versi per un inno del Genoa, che è rimasto sempre nel cassetto: non ho neanche mai
cercato un compositore che provasse a musicarli... A presto! G.
Il sogno del Grifone (versi inediti di Giannino Balbis), a quando la musica?
“Ma come lo chiamiamo questo amore un infinito cuore a due colori,
che tutti gli altri amori tiene insieme una felicità d’appartenenza,
e a tutti un poco ruba – qualche seme – un sogno senza età:
per restituire a tutti più sapore? il sogno antico e nuovo
Chiamiamolo l’amore degli amori, di ciò ch’è stato e un giorno tornerà”.
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