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gnarmi cos’è un’anima? Allora dillo che mi vuoi
rubare il mestiere!», don Lupo rideva e si era
seduto su di un materasso. Fissava la cantante che
stava versando il caffè e gli dava le spalle. Dopo
aver desiderato tanto di restare solo con lei ora era
imbarazzato e non sapeva che fare. Non era mai
stato con una donna e sperava che fosse lei a
prendere l’iniziativa. Centellinò il caffè per alcuni
interminabili minuti, poi posò la tazzina sul pavi-
mento. Si rialzò e si girò di scatto colpendo il
braccio della cantante che reggeva una tazzina. Il
caffè andò a finire sulla camicetta che lei portava
annodata in vita.
«Che disastro!», fece lei ridendo.
Don Lupo restò ad osservarla, come imbal-
samato, mentre si toglieva la camicetta. Si era
macchiato anche il reggipetto e lei se lo sfilò.
Ormai era buio e don Lupo intravide, alla fioca
luce del fornello a gas, il seno bianco della can-
tante che risaltava dal resto della pelle molto
abbronzata. D’istinto, le toccò un capezzolo. Lei,
sorpresa, sorrise e gli prese una mano compri-
mendola con forza sull’altro seno.
Poi, ogni gesto fu così naturale che a don Lupo
sembrava d’essere come sospeso in una dimen-
sione dove tutto si svolgeva con infinita tenerezza.
Dunque, quello era il sesso, così semplice ed
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