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all’imbarcadero, in compagnia di Russuna-
Mussuna.
Il Cipolla si presentò e cominciò a spiegare il
significato del nome Russuna-Mussuna.
Il segretario del vescovo si mise a ridere, subito
seguito dal giovane gay. Il vescovo li rimbrottò:
«Risus abundat in ore stultorum».
«Ridentem dicere verum. Quid vetat?», gli
rispose il segretario.
«Risu inepto res ineptior nulla est», il vescovo
si lanciò nella schermaglia in latino e rimproverò
il segretario perché citava Orazio: «Sempre con
questi pagani… non trova di meglio nel latino
della Chiesa?».
Il segretario gli rispose: «E perché lei cita
Catullo?».
Il vescovo, in difficoltà, negò di aver citato
Catullo. La cosa, però, lo divertiva.
Il Cipolla gli raccontò di don Lupo e ne prese le
difese, sostenuto dal giovane gay che gli parlò
della solitudine dei preti, dell’amore: «Don Lupo
non farebbe bene il prete anche se ammogliato? E
chi lo dice?».
«E chi dice che don Lupo si voglia ammo-
gliare? Significherebbe la fine del suo sacer-
dozio», fece il vescovo, trovando curioso che quel
giovane gli parlasse della solitudine dei preti.
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