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partita, in cui il Cipolla era dato per spacciato in
partenza, divenne, per il Becca, un calvario inter-
minabile. Ad un certo punto, quando i due gio-
catori erano entrambi “in chiusura di partita”, al
Becca capitò un pallino in una posizione formi-
dabile. Stava per bocciare quando si sentì urlare:
«Di chi è quel carro funebre parcheggiato qui
fuori?». Era la voce di un maresciallo della polizia
stradale.
Il Becca, con le mani tra i capelli, urlò: «Ma che
ora è?».
Era successo che, convinto di sbrigarsela in
poco tempo, aveva parcheggiato, fuori del bar, il
carro funebre della sua ditta, con tanto di salma. I
parenti del defunto trasportato lo stavano aspet-
tavano in un vicino paese, per il funerale. Dopo
una lunga attesa, avevano telefonato alla ditta di
pompe funebri, che, non avendo notizie del
Becca, si era rivolta alla polizia. Il Becca avrebbe
voluto tirare la bocciata ma il maresciallo non
sentì ragioni e lo infilò, a viva forza, alla guida del
furgone. Il Becca non si dava pace e dal finestrino
urlò: «Faccio il funerale e torno! Se hai coraggio
aspettami! Ti batto con la sinistra!».
Il Cipolla, che si toccava vistosamente, non
poté aspettarlo perché, trattandosi di un torneo, gli
fu assegnata la vittoria per abbandono dell’avver-
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