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                 inverosimile e un rossetto che pareva blu. Brr che
                 brividi!».

                    «E allora perché l’hai fatta ballare?», lo stu-
                 dente-bagnino voleva saperne di più.

                    «Per noia che poi è disperazione, te l’ho detto…
                 e forse anche perché non ho mai potuto lasciare la
                 figa in stand by. A me piace il gioco, il diverti-
                 mento, cioè la figa. Quando sono solo non mi
                 diverto».

                    «E il ballo com’è stato?».
                    «Era un valzer lento… lei ha cominciato a par-
                 larmi del suo uomo ideale descrivendo un misto
                 tra un premio Nobel, un campione olimpico di
                 nuoto e un dandy inglese. Dopo i primi giri,
                 grondava di sudore e dalle sue ascelle è comin-
                 ciato a promanare un odore terribile. Come! Vuoi
                 l’uomo ideale e non sai che esistono i deodoranti!
                 Le ho sussurrato all’orecchio…».
                    «Si è offesa? Come ha reagito?».
                    «Ma che offesa… siccome è una torinese mi ha
                 raccontato l’aneddoto del re sabaudo che, durante
                 una battuta di caccia, si riparò dalla pioggia in un
                 casolare abitato da una bella contadinotta. Il re ne
                 fu subito preso e ordinò ai suoi aiutanti in campo
                 di preparare una stanza per schiacciare un
                 pisolino. Ben conoscendo la natura del re e dei
                 suoi pisolini, gli aiutanti, non appena il re entrò

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