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Atlantide
la verità sulla mia mancata scoperta di una terra sommersa
di Ezaguire (Gianni Aonzo)
Gianni Aonzo
Ebbene si lo confesso. Io più insigne atlantideologo del mondo, sono
arrivato secondo nella più grande scoperta della storia. Quello di Atlantide.
Il mitico continente scomparso migliaia di anni fa, inghiottito dal mare nella
più terrificante esplosione vulcanica. E pensare che alla ricerca di questa
favolosa terra sommersa ho dedicato tutta la mia vita profondendovi, ahimè
invano, salute, sapere, soldi, sudore e sesso. Ma quello che mi fa impazzire è
che l'avevo qui, davanti agli occhi. E io fesso che organizzavo costosissime
spedizioni scientifico-archeologico-subacquee nelle acque greche, in mar
Egeo, attorno all'isola di Santorino che tutti sinora hanno creduto essere la
cima emersa della montagna più alta di Atlantide: tutto quanto ne rimane
dopo il cataclisma. Ma Santorino, e qui lo affermo senza tema di smentite
storiche o geografiche o gastronomiche, c'entra con Atlantide come la
Nutella sui pesci fritti. Non è Santorino ma bensì Spontorino (con la p)
l'unico lembo di Atlantide non sprofondato negli abissi.
Spontorino. E dov'è?
E' sempre stato in Liguronia, tra il Merello e la Serra, e questo era il suo
nome nell'antichità. Oggi i nativi lo chiamano Spoturnu.
Tutto iniziò anni fa, quando trovai sulla spiaggia davanti a casa mia, una
antichissima tavoletta d'oro con un testo bilingue: in minoica e in
atlantidese, lingue che parlo perfettamente (ma da solo), essendo l'unico al
mondo a conoscerle.
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