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Mi risultò subito chiaro che Atlantis, come i greci e i romani chiamavano il
          continente scomparso, era conosciuto dai suoi abitanti come Apenac. Un
          Momento! Apenac! Apenac! Mi ricorda qualcosa. Ma sì è il titolo di un libro
          di Marengo, La Cattedrale di Apenac, con illustrazioni e prefazione di
          Canepa. Una coincidenza pazzesca, anzi due coincidenze.
          Troppo inverosimili per essere vere.
          La prima è che la Cattedrale di Apenac significa in realtà La Cattedrale di
          Atlantide, ma questo avrei dovuto saperlo solo io grazie alla tavoletta d'oro.
          La seconda è la sorpresa nel leggere Apenac alla rovescia. E la terza, sì c'è
          anche una terza inspiegabile coincidenza, è la trama esoterica della novella
          di Marengo che ci riporta metaforicamente ad Atlantide. Vi si narra, se ben
          ricordo, come nei rarissimi giorni propizi, guardando all'alba l'orizzonte,
          apparisse, ma solo ai Grandi Iniziati, illuminato dal sole, in uno scintillio di
          ori,   di   marmi,   di   alghe   e   di   anemoni   una   antichissima   e   maestosa
          costruzione,   misteriosa   e   magica,   la   cosiddetta   Cattedrale   di  Apenac,
          frammento e reliquia di una civiltà lontanissima scomparsa. Per poi, in un
          turbinio di gabbiani, di onde e di delfini esser risucchiata negli abissi dai
          flutti, i quali spinti con impetuosa irruenza nelle cavità del labirinto della
          Cattedrale, dal ribollio delle onde fanno emergere come da un incantato
          organo marino, una sinfonia di paradisiaca musicalità, che lascia il fortunato
          ascoltatore in un'ebbrezza orgasmica.
          Ecco finalmente dov'era Atlantide! Altro che in Grecia!
          Era   davanti   al   Bar   Excelsior.   Proprio   lì,   davanti   alla   mia   focaccia   al
          prosciutto. E pensare che mi sarebbe bastato, ma chi ci pensava, risolvere il
          rebus   del   titolo   criptico   di   Marengo,   unica   traccia   sibillina   della   sua
          scoperta. Ma perché Marengo e Canepa han tenuta segreta questa fantastica
          scoperta, che li avrebbe sommersi di soldi, onori e gloria e che avrebbe
          degradato Cristoforo Colombo a un bagnante maldestro persosi in mare? Ma
          è   chiaro.   Il   loro   silenzio   ha   impedito   che   orde   di   turisti,   scienziati,
          archeologi,   pescatori,   subacquei,   fotografi,   palombari,   batiscafi,   mini
          sommergibili, cineasti profanassero Atlantide molestando e frastornando le
          balene, i delfini, le sirene e tutti gli altri nostri fratelli marini che vivono ad
          Apenac, guizzando felici e sereni, nel loro habitat intorno alla Cattedrale.
          E a me, che non sono né vendicativo, né geloso, né meschino e tantomeno
          rancoroso, non importa se Atlantide l'hanno scoperta Marengo e Canepa per
          primi. Sono sportivo e generoso e quindi non sarò certamente io a tradire
          questo loro segreto. Appunto.






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