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"Lupo" (o "Lupetto" per gli amici)
                                      di Bruno Marengo










                                             Eugenio Ferri “Lupetto”


















          Era il nome che gli avevano affibbiato forse perché non era portato al
          ringraziamento, all'ossequio. Aveva, invece trascorso la sua vita, fin dalla
          tenera età, a ringhiare la rabbia che si sentiva dentro e la solitudine della
          propria vita.
          Il suo vero nome era Eugenio.
          Era nato nella stazione ferroviaria di Spotorno.
          Sua madre l'aveva partorito, appena scesa dal treno, assistita dai ferrovieri.
          Avevano fatto quello che avevano potuto, ma lui era nato con una gamba ed
          un braccio storpi. La madre non l'aveva più vista e del padre neppure
          parlarne; era cresciuto in un Istituto, covando rancore contro il mondo ed
          imparando a fare il rilegatore di libri. Poi, con la maggiore età, era ritornato
          a Spotorno cercando chissà cosa; era stato a vedere la stazione ferroviaria,
          poco più che una baracca, ma non aveva trovato più nessuno di quei
          ferrovieri   che   lo   avevano   aiutato   a   venire   al   mondo.   Venne   accolto
          dall'Opera Pia del paese e lì, appunto, rilegava libri.
          Bruno lo aveva saputo dalla zia Maria: -Se hai dei libri da rilegare portali
          all'Opera Pia, mi hanno detto che c'è un ragazzo che lavora molto bene ed ha
          bisogno di guadagnare perché è solo e non può contare su nessuno. È un
          tipo strano, ombroso, ma in fondo credo sia un bravo ragazzo.


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