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Così, si aspetterebbe di vederli impegnati in una ulteriore avventura che
si svolga proprio nel crudo mondo reale. Gli piacerebbe che, anche lì,
la creatività di Valdina, anche per una sola volta, riproponesse nei modi
la splendida intuizione che aveva condotto il padre di lei a costruirle un
mondo a sua misura, fatto di rispetto e senso di cura per la sua
infermità. Insomma, il lettore si affeziona alle “pastiglie del cielo” e
chiede all'autore di raccontargli ancora almeno un episodio affinché la
seconda parte della fiaba sia a suo modo simmetrica alla prima.
“LE PASTIGLIE DEL CIELO”
secondo una lettura di
PACO VESCOVI
“Le Pastiglie Del Cielo” è una costruzione, in
fiaba, di uno scampolo di filosofia della
comunità umana, metaforizzando il modo in
cui il panettiere della società abbia la
tendenza a sfornare individui basici e
indifferenziati l’uno dall’altro, che cercano di
non ispirare un concetto di differenza. Quindi,
nella fiaba, ogni cosa va rispettosamente
interpretata come una parte interna dell’uomo
stesso.
Come il fornaio, che cerca la maniera più
funzionale per avere panini uguali e morbidi, il dottor Vitamina, cerca il
modo migliore per mantenere fortificato l’unico mondo psicologico che
la bambina ha, seguendo l’idea che si è fatta di quello che la circonda,
ma di cui non può godere la visione.
Le mura dell’animo di Valdina, che la dividono dagli altri esseri umani,
la rendono curiosa di tutto quello che non conosce ed è al di fuori della
sua vita; tuttavia, queste mura, vengono distrutte da una breccia, che
nella storia si manifesta con il nome di Miciomarino. Insieme alla
ragazza, rappresenta lo standard di fratellanza e di amore.
Penso che la fiaba “Le Pastiglie Del Cielo” meriti di essere letta da
chiunque cerchi la comprensione di se stesso e degli altri per un mondo
più buono.
Buon lavoro per un’altra fiaba, l’aspetto.
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