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“Soriano sapeva che la realtà non sempre è bella come un racconto: per questo ci sono
       i libri, per questo lui diventò un raffinato «encantador», un narratore di sogni. E
       sapeva  che  quello  che  conta  nella  narrativa  non  è  tanto  il  vero  ma  quello  che
       ricordiamo. «Ci fu un tempo in cui le foto fissavano un istante della nostra felicità
       - scrive in Rosebud -. Poi i nastri del videoregistratore hanno moltiplicato la banalità.
       Eppure le guardiamo con nostalgia, come se potessero rivelarci un segreto che ci aiuti
       a sopportare la parte di viaggio che ancora resta da fare»”.

       Carlo Grande, La Stampa-Cultura-Spettacoli, 8 gennaio 2010
       Da Wikipedia:
       Soriano, nel  1971, entrò a far parte della redazione del nascente quotidiano  La
       Opinión, un giornale che intendeva rivolgersi alla borghesia liberale e di sinistra. Le
       vicende del giornale però si intrecciarono ben presto con quelle politiche e con il
       tentativo di eliminare dal giornale qualsiasi collaboratore di sinistra. Per sei mesi di
       seguito, a Soriano, che rimase al giornale fino al 1974, non fu concesso di pubblicare
       una sola riga. Fu in questo contesto che egli decise di scrivere dei racconti in cui
       ricostruiva la vita dell'attore inglese Stan Laurel. Quei racconti si trasformarono ben
       presto in un romanzo:  Triste, solitario y final, una affettuosa e struggente parodia,
       ambientata a Los Angeles e con protagonista Philip Marlowe.
       Nella città nordamericana Soriano si recò per la prima volta solo alcuni mesi dopo la
       pubblicazione del romanzo: visitò la tomba del grande attore e vi lasciò una copia del
       libro. Nel 1976, in seguito al colpo di Stato, Soriano abbandonò l'Argentina e si recò
       prima in Belgio e poi a Parigi, dove rimase fino al 1984. Al suo rientro a Buenos Aires la
       pubblicazione dei suoi libri lo portò al successo, non solo in Sudamerica, ma in tutto il
       mondo.
       Morì il 29 gennaio del 1997 a Buenos Aires all'età di 54 anni. Il giornale il manifesto,
       con cui Soriano aveva collaborato, il giorno della sua morte gli dedicò la prima pagina.
       È sepolto nel cimitero della Chacarita.









                           ”Fútbol” di Osvaldo Soriano (Ed. Einaudi)










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