Page 13 - libro pag 1-206
P. 13

Quanto   alle   radici   storiche,   azzardo   un   secondo   paragone.   Il   sentimento   di
            appartenenza dei genoani ha qualcosa che mi ricorda quello degli alpini. Mondi molto
            lontani, si obietterà giustamente, anche in considerazione dell’anima principalmente
            marittima   di   Genova   e   della   Liguria   (sebbene   la   Liguria   abbia   anche   un’anima
            montana: quanta Liguria, e quanta genoanità, anche nelle terre appenniniche e d’oltre
            Appennino!): ma le affinità consistono semplicemente nel ruolo che, nel formarsi del
            sentimento di appartenenza, esercitano le rispettive epopee. Come gli alpini, infatti, il
            Genoa – con tutti i distinguo del caso – ha un’epopea ricca di imprese, di battaglie
            vinte e perdute, eroi, dispersi, caduti: i suoi primi trent’anni sono stati nel segno della
            gloria, gli ultimi novanta nel segno del declino (a dividere le due ere, come una
            maledizione, la vergogna degli spareggi del ’25).
            Si è formato così un patrimonio di memorie e di valori intriso di orgoglio e sofferenza.
            Orgoglio e sofferenza: sono i colori primari dell’epopea e, dunque, i basilari sentimenti
            dell’appartenenza genoana. Nessun altro popolo calcistico in Italia – fatta eccezione
            per quello torinista,  a seguito dell’immane  tragedia di  Superga – ha altrettanta
            familiarità con la sofferenza, con l’elaborazione del lutto, con l’esercizio della fedeltà
            ad   ogni   costo   ed   oltre   ogni   limite:   oltre   i   novescudetti   e   il   decimo   scippato
            proditoriamente, l’altalena fra la A, la B e due volte la C, i derby più persi che vinti, il
            mito Scoglio, lo squadrone del quarto posto con Osvaldo Bagnoli, la vittoria ad Anfield,
            i grandi giocatori passati come meteore, le girandole di acquisti e vendite, le speranze,
            gli entusiasmi, le illusioni, le ansie, le delusioni, le rabbie ecc. ecc. Sempre e comunque
            tenacemente genoani. E quanto più sofferenti tanto più coesi (lasciando fuori dal
            discorso, ovviamente, le frange violente, che nulla hanno a che vedere – per il Genoa
            come per le altre squadre – con il senso di appartenenza ed, anzi, sono frutto di
            pulsioni   estranee   al   tifo   che   subdolamente   cercano   terreno   di   cultura   nel   tifo
            organizzato, come è a tutti ben noto). La genoanità è, in tal senso, una sorta di
            “confederazione”   leopardiana,   di   alleanza   sentimentale   contro   la   malignità   del
            destino: una meravigliosa strategia di capovolgimento della sciagura in valore etico.
            E l’orgoglio non è solo nel rivendicare le glorie passate, ma anche nel rivendicare il
            primato della forza morale nata dalle sofferenze. Il costante benessere infiacchisce lo
            spirito, come si sa, l’abitudine al successo e alla vittoria ottunde la mente, crea una
            presunta sanità psicologica che alla prima avversità si trasforma in rovinosa malattia
            (come insegna il buon Italo Svevo): chi è avvezzo al dolore e alla sconfitta, invece,
            secerne una forza interiore che gli assicura la sopravvivenza a qualsiasi catastrofe.
            Nella prospettiva della lunga durata, quindi, nessuno può essere più ottimista del
            genoano! Si tratta solo di pazientare qualche secolo ancora…
            E allora Genoa is here to stay, per parafrasare un celebre brano di George Gershwin
            (con testo del fratello Ira) – Love is here to stay – di cui il genoano Sinatra ha dato,
            come  sempre, una delle  interpretazioni  più seducenti. Il Genoa è un sentimento
            destinato a restare, a durare nonostante tutto, accada quel che accada.
            P.S. Proprio nel momento in cui chiudo questo pezzo, domenica 19 maggio 2019,
            l’Empoli segna il quarto gol al Torino, scavalca il Genoa in classifica e lo lascia al
            terzultimo posto,  che vale la retrocessione  in serie B.  Domenica prossima, 26 maggio,

                                              13
   8   9   10   11   12   13   14   15   16   17   18