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Tanti gli aneddoti, gli episodi spesso in chiave “psicodramma”. A questo proposito,
voglio ricordare quello degli spareggi del Genoa (con Venezia, Perugia, Lecco e
Messina), andato a buon fine, per evitare la retrocessione dalla serie B alla C
nell’estate del 1968, vissuto con grande apprensione dalla comunità genoana
spotornese. Il Genoa si salvò ma la strizza fu tanta. Il 20 agosto 1968 le truppe del
Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia, invasione che il PCI di Longo condannò.
Fu organizzata un’assemblea dalla Sezione del PCI di Spotorno ed io fui invitato. La
discussione fu molto vivace (“gli americani stavano facendo la guerra in Vietnam”) ma
poi il documento della Direzione nazionale del PCI venne approvato. All’uscita, Pino
Papalini, il grande amico di mio padre dal cuore genoano, mi disse: “A semmu appena
sciurtii da i spareggi pe nu andà in C e oua u ghe mancava a Cecoslovacchia!!!”.
Ho un ricordo amaro della partita Genoa Inter 1-1 giocata nel 1978. Penultima di
Campionato di Serie A, il Genoa si trovava in lotta per non retrocedere (una delle tante
volte). Segna per primo Castronaro del Genoa, poi pareggia Anastasi. A quattro minuti
dal termine rigore per il Genoa: tiro fiacco di Pruzzo, rigore parato!!! Lo stadio fu
attraversato da un silenzio irreale. Mio padre ebbe un mancamento (e non fu l’unico).
All’uscita lo accompagnai in un bar dove lo fecero sedere su una specie di divano.
Siccome non si riprendeva, pensai di portarlo al Pronto soccorso, ma lui, dopo aver
bevuto un bicchier d’acqua, mi disse di sentirsi meglio. Nel viaggio di ritorno in auto ad
un tratto mi fece: “Questa a l’è l’urtima votta… che a vaggu a vedde ‘na partia… me
spiaxe pe u Zena… ma me mancan e forze…”. Il Genoa fu retrocesso per un punto.
Quella fu l’ultima partita del Genoa vista da mio padre allo Stadio di Marassi.
Un altro ricordo da “genoani tristi” è la partita Savona Genoa 1-0 nel Campionato di
Serie B 1966/67, giocata nella Stadio Bacigalupo il 20/11/1966. Andai a vederla con
mio padre che col Savona non aveva mai avuto a che fare. Lui, nelle serie minori, tifava
per il Vado (vinse la Coppa Italia 1921/22 battendo l’Udinese 1-0) che aveva dato al
Genoa prestigiosi giocatori (Felice Levratto, Valerio e Manlio Bacigalupo, portiere delle
formazione genoana che vinse la Coppa Italia 1936/37). Tante le partite viste nel
campo delle “traversine” del Vado. Conobbi Felice Levratto quando, per passare il
tempo, allenava la Nolese del Presidente “Rissettu” Bruzzone nel campo di Voze.
Era il Genoa allenato da Ghezzi e poi da Tabanelli che vedeva schierati Grosso, Rivara,
Taccola (che venne francobollato da “roccia” Teneggi). Il Savona, allenato da Rabitti e
poi da Occhetta, contava su forti giocatori: Fascetti, Furino, Prati. Fece molti gol col
duo Prati-Fazzi ma finì in serie C giocando uno strano Campionato. La partita fu decisa
da un gol dell’ex Gilardoni. Ritorno a casa sulla mia “cinquecento” in un religioso
silenzio.
In quel Genoa, giocava Franco Rivara (il “Tigre” di Ronco Scrivia), capitano, una
bandiera degli anni sessanta. Ha disputato 6 campionati di Serie A, di cui 3 da titolare,
e 7 di Serie B, conquistando la promozione in A nella stagione 1961-1962. Ha lasciato il
calcio giocato al termine della stagione 1969-1970, anno della prima retrocessione in
Serie C della storia dei grifoni.
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