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direzione e di forza, buttò giù tutti birilli. Scattò
subito l’applauso seguito da un forte tuono, da
lampi e saette, che si vedevano dalle finestrelle
della sala. Tutti guardavano il Becca, pensando la
stessa cosa e rabbrividendo.
Il Cipolla, che stringeva in una mano un cor-
netto appeso al filo di una canna da pesca che un
suo tifoso faceva dondolare sul biliardo, capì che
doveva difendersi puntando all’accosto, per non
consentire al Becca di bocciare, ed iniziò un lento
catenaccio. Il Becca, che era un grandissimo boc-
ciatore, cominciò ad innervosirsi, perdendo molti
pallini. Per sua fortuna, il Cipolla non azzeccava
una bocciata e, dopo l’ennesimo errore, una sua
boccia era rimasta nella parte alta del biliardo,
appena sopra alla mezzeria. Il Becca non si fece
pregare e la mandò diritta in mezzo al castello,
facendo strage di birilli. Altro applauso.
Il Cipolla era un po’nel pallone. Tentò un colpo
da dietro ma si bevve il birillo rosso. Per lui si
stava mettendo veramente male. Conquistò un
pallino e si mise in posa per bocciare. Lui non
strisciava la boccia come il Becca ma colpiva, con
grande forza, alla vecchia maniera. Il pallino
iniziò la sua corsa ma non aveva l’inclinazione
giusta e, al primo passaggio, passò solo vicino ai
birilli. Al secondo passaggio accadde una cosa
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