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RINITE ALLERGICA
Rino era un omone grande e grosso: quasi un gigante dalla voce
tonante e dai modi bruschi; il dottor Flatus, al contrario, aveva una
voce flautata, modi leziosi, un fare suadente. Erano così diversi.
Eppure si erano ritrovati entrambi, a Genova, in quel sotterraneo
umido e buio a complottare contro l’Esecutivo del Consiglio
Massimo dell’Ente Grigio; contro quello del Consiglio Minimo;
contro il sindacato assenteista e colpevolmente distratto; contro i
mega dirigenti lottizzati; contro i micro funzionari, ruffiani e ser-
vili; contro tutti in senso cosmico, planetario, universale. Il Rino
era sempre stato un bastian contrario della sinistra radicale non
omologata, un ribelle colpito più volte da provvedimenti discipli-
nari. La sua ultima retrocessione di livello era avvenuta nella piaz-
za prospiciente il palazzaccio dell’Ente Grigio. Davanti a tutto il
personale, allineato e coperto, e al rullo dei tamburi era stato cac-
ciato dal suo ufficio di addetto stampa, sito nell’aureo secondo
piano, e relegato in un girone di punizione al piano sotterraneo N1.
Il dottor Flatus, invece, era sempre stato un fedele servitore di chi
aveva comandato nell’Ente Grigio, ai vari livelli, ma era stato tra-
volto dai bruschi ed imprevedibili cambiamenti degli ultimi tempi.
C’era stata una burrasca politica di portata storica e i suoi referen-
ti erano stati cacciati all’opposizione o dispersi e lui si era ritrova-
to improvvisamente nudo, in un’arena di lupi, proprio nel momen-
to della designazione dei Direttori Generali. Gli erano passati
davanti tutti... persino il capo degli autisti, che aveva fatto doman-
da, sbagliando modello, per un avanzamento e si era ritrovato nel-
l’elenco dei candidati Direttori Generali ( i “Bacconiani”, supere-
sperti nominati dal Consiglio Minimo per la selezione, avevano
capito che avesse tre lauree e parlasse cinque lingue). Solo il Rino
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