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gli era rimasto sotto, anzi, era l’unico suo sottoposto.
            Il Rino ed il Flatus avevano legato subito e, dopo un lungo lavo-
          ro preparatorio, erano riusciti persino a stilare, con la consulenza di
          un avvocato che aderiva alla quarta internazionale, due ricorsi al
          TAR che avrebbero fatto finalmente giustizia.
            Il Rino firmò subito ma il Flatus titubava: si trattava del primo
          atto della sua vita contro il potere con la P maiuscola.
            Il Rino cercava di convincerlo ma sembrava non ci fosse nulla da
          fare. Il Flatus sudava freddo, batteva i denti e mormorava, quasi
          come stesse pregando: “Addio, monti sorgenti dall’acque, ed eleva-
          ti al cielo...”.
            Respirava con affanno e il Rino gli consigliò di provare a respi-
          rare come facevano “i camminatori sulla brace” secondo una anti-
          ca tecnica indiana.
            Il Flatus ora respirava profondamente emettendo delle urla rit-
          mate: “La firma si! La firma si! La firma siiiiii!”. E firmò quasi in
          corsa esclamando : “Omnia munda mundis!”.
            Il Rino, quel giorno, aveva in mano un documento di straordina-
          ria  importanza:  un  comunicato  del  Comitato  Nazionale  di
          Coordinamento degli Uffici Stampa degli Enti Grigi. Praticamente
          era come una risoluzione dell’ONU: decisiva! Così come si era
          impedita la guerra civile nella ex Jugoslava, così lui avrebbe vinto!
            In quel documento veniva riconosciuta la grande professionalità
          giornalistica del Rino, che veniva accostato a Montanelli, a Biagi,
          a Bocca e, in qualche misura, al grande Curzio Malaparte.
            Avrebbe potuto aspirare alla direzione del Corriere e assurda-
          mente l’Esecutivo del Consiglio Massimo dell’Ente Grigio gli
          negava quella della rivistucola mensile “Ellegrigia” preferendogli
          dei dilettanti, dei velinari asserviti al potere che in quel palazzac-
          cio grigio e cupo albergavano al secondo e al terzo piano, detti
          anche piani ignobili. Comunque, ormai, potevano tenersela la dire-
          zione di quel fogliaccio! Il peggio era passato: tra le righe di quel
          documento si poteva intravedere  una nomination all’Oscar (il Rino
          aveva scritto la sceneggiatura del lungometraggio “Rapallo Urbs


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