Page 32 - pag01-34
P. 32
scappare ed abbiamo raggiunto gli altri nei vagoni in testa al treno.
Ci siamo quindi ricongiunti al gruppo: "Ontano, Ontano, siamo qui" - gridavo
a squarciagola dalla contentezza, un lungo abbraccio fraterno, siano tutti
commossi e con le Iacrime agli occhi.
Ontano era molto dispiaciuto per quello che c'era capitato, ma l'importante
era essere riusciti a liberarci ancora una volta, anche se non siamo riusciti a
comprare nemmeno ufi pezzo di pane.
Adesso tocca a me vendere le scarpe, perché i soldi degli altri sono finiti.
Occorre stare molto attenti, infatti, in treno si ferma per il rifornimento in quei
piccoli villaggi per poco tempo, e quando le guardie decidono di partire, un
fischio e via, parte senza preavvertimento, chi non c'è si amangia.
Non ci si può allontanare troppo, e avere sempre un occhio rivolto verso il
treno, per non restare a teffa.
Tanti prigionieri non sono riusciti ad arrivare a tempo e sono rimasti in quei
villaggi, non so che fine abbiano fatto.
Le mie scarpe sono abbastanza buone, erano di un tedesco morto al campo 99,
erano abbastanza robuste e potevano valere qualcosa.
Alla fermata scendo dunque dal treno, tenendolo sempre d'occhio, entro tra-
felato in un'isba, c'è una vecchietta e due ragazzi, chiedo se vuole comprare
le scarpe, mi dice di si, e chiedo in cambio, un paio di scarpe vecchie e 10
rubli.
Il giovanotto si è tolto subito le sue vecchie dai piedi, e me le butta lì per terra,
io faccio altrettanto con le mie, mentre m'infilo le scarpe il treno fischia....sto
per uscire con i rubli che la vecchia mi aveva dato e vedo un mucchio di zttc-
che fuori della casetta, ce n'è una con il manico, dico se posso prenderla, 1a
vecchia mi dice di si, prendo la ztcca da una mano i rubli dall'altra e via di
corsa a più non posso.
Il treno era già in movimento; da tutte le parli soldati che correvano a più non
possono e si aggrappavano al treno, l'andatura non era mai troppo veloce;
riesco ad afferrare una maniglia nell'ultimo vagone, i compagni mi tirano su,
ormai il treno va.
Abbiamo cucinato una zuppa con quella zucca nella gavetta del Bresciano, era
veramente squisita.
Per cucinare abbiamo trovato il sistema diutilizzare degli stracci imbevuti con
I'olio delle ruote del treno, con quel poco fuoco si cuoceva quello che si tro-
vava nella gavetta.
Una volta siamo riusciti a cuocere anche le patate senza acqua naturalmente.
Quando siamo arrivato in Germania le ruote del vagone era completamente
senza olio e per poco non prende fuoco il vagone tanto le ruote erano incan-
descenti: il vagone è stato sostituito.
Dopo più di due mesi di viaggio, siamo infine giunti al confine con l'Austria,
30