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Ada Negri nacque a Lodi il
3 febbraio 1870 in una famiglia
operaia. Orfana di padre all’età
di un anno, si traferì con la
mamma in casa della nonna
materna, che era stata la mitica
governante Peppina della
cantante Giuditta Crisi Barni e
che alla morte della cantante
era rimasta a servizio del conte Barni come portinaia.
Qui Ada bambina visse momenti felici giocando nei giardini della
villa ma anche di frustrazione quando doveva sospendere i giochi per
aprire il cancello alle carrozze del conte o dei suoi ospiti. Grazie ai
sacrifici della madre che cercò un guadagno sicuro andando a
lavorare in filanda, Ada frequentò la Scuola Normale Femminile di
Lodi dove fu notata per il suo precoce talento e incoraggiata a
continuare gli studi. Nel luglio 1887, completato il triennio, ottenne
la patente di maestra elementare di grado superiore e un posto di
insegnante elementare a Motta Visconti, esperienza, come lei stessa
scrisse, faticosa ma esaltante.
Su insistenza delle amiche che ben conoscevano la sua vena
poetica, nel 1888, iniziò a inviare suoi scritti ai giornali locali
ottenendone la pubblicazione. Notata dalla critica giornalistica e
letteraria fu l’inizio di un successo inaspettato che la trasformò
presto nel caso letterario di quegli anni. Nel 1892 la sua prima
raccolta poetica Fatalità, pubblicata da Treves, ebbe una
accoglienza entusiastica sia dal pubblico che dalla critica tale da
farle ottenere, con specifico decreto ministeriale, il conferimento per
“chiara fama” della abilitazione ad insegnare lingua e lettere italiane
e la nomina presso la Regia Scuola Normale Femminile “Gaetana
Agnesi” di Milano.
Trasferitisi con la madre nel capoluogo lombardo, ben presto
entrò in contatto con l’ambiente del nascente socialismo riformista a
lei naturalmente congeniale sia per la provenienza familiare sia per
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