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CASA IN LIGURIA







              Alla porta di questa casa c'è un campanello; ma è come
           non vi fosse. Chi vuol farsi aprire picchia con uno dei due

           battenti di bronzo, in forma di strette corone d'alloro. I
           colpi del battente sulla piastra, pure di bronzo, fissata al
           legno massiccio tinto in verde cupo, risuonano dentro le

           stanze con tanta forza, che il vuoto ne vibra e chi li ode n'è
           scosso, come ogni volta fosse la prima.

              Nella casa, tutto è in armonia con la severità dell'entrata.
           Muraglie   dello   spessore   d'un   grosso   tronco   d'albero,
           finestre   dagli   strombi   profondi,   munite   di   griglie   e

           d'imposte saldamente intelaiate, con ganci e ramponi di
           ferro   a   scanso   dei   colpi   di   vento:   stanzoni   a   vòlta,
           intonacati   a  calce,   con  mobili   scuri,  senza   stile,  senza

           bellezza, ma adatti all'uso, comodi e solidi. Soprammobili,
           nessuno. La casa è a due piani: le scale e i pianerottoli
           d'ardesia hanno un quieto colore grigioblú ripetuto nelle

           frescature degli zoccoli. La terza rampa, piú lunga, piú
           ripida, dà il capogiro a guardarla dal disotto: si direbbe
           che, giunti lassú, non si debba trovare piú nulla.


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