Page 9 - pagina1-24
P. 9
gli orecchi che li sanno intendere. Nella notte, poi: come
vivono, nella notte! Scoppi di risa e di pianto, del tono
smorzato di quelli che s'odono in sogno: grida di donne
nelle doglie del parto, vagiti di bimbi appena venuti al
mondo negli ampi letti di noce che tanti della famiglia ne
videro nascere: rude conversare fra padri già vecchi e figli
già uomini fatti, legati insieme col doppio filo del sangue e
degli interessi: canzoni e confidenze di ragazze dalla
giovinezza breve, rapidamente trasformata in robusta
maturità dalle nozze prolifiche e dalle cure domestiche.
Esistenze scomparse. Ma d'esse, qui dentro, è rimasta, per
sempre, la vibrazione vitale: le muraglie – piú fedeli dei
nipoti e pronipoti – la mantengono, la prolungano nel
tempo.
Grandi quadri bituminosi coprono d'ombre fisse e
regolari il bianco della calce: vetuste tele ad olio, di
soggetto sacro nelle camere, marinaro nelle altre stanze:
adatte a decorarle senza alterarne il carattere. La sala che
ora serve da studio ne contiene quattro, che si fronteggiano
fra panoplie di fucili e di sciabole corrose dalla ruggine:
tutt'e quattro d'ugual dimensione, cornice, fattura. Marine e
cieli d'un verde sporco, nuvole temporalesche riflesse nelle
acque con effetti di piombaggine, rive scoscese, castelli
turriti negli sfondi: presso le coste, brigantini a vela che
richiamano alla mente storie di navigli barbareschi, di
9