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ATTI DI MATRIMONIO
Dopo che la loro intenzione di matrimonio era stata resa
pubblica e, in alcuni casi, era stata concessa la dispensa papale
(1) per l'ostacolo della consanguineità, i promessi sposi si
recavano in chiesa. La cerimonia sembra essere semplice e
rapida: ci si sposava in qualsiasi giorno della settimana (2) e,
molte volte, i testimoni erano i sacerdoti coadiutori del parroco.
Nell'atto si dichiarava che il matrimonio era stato annunciato per
tre volte durante le funzioni e che l'eventuale ostacolo del 3° o
4° grado di parentela (3) era stato superato con la dispensa. Si
specificava che il rito aveva seguito le disposizioni del Concilio
di Trento (4) e che, come conclusione, gli sposi erano stati
benedetti.
L'età delle spose andava, solitamente, dai 18 ai 24 anni; quella
degli sposi, normalmente, dai 20 ai 30. Dopo i 24 anni sembra
che le ragazze si dovessero rassegnare a rimanere zitelle. Tra le
poche eccezioni quella di M.Caterina Berninzoni, nata prima
del 1717, che si sposa nel 1751 con Pietro Giovanni Conti di
Alassio. Il matrimonio, su licenza del vescovo, viene celebrato a
Genova da don Bernardo fratello dello sposo e ne è testimone
Tommaso, fratello della sposa, probabilmente la persona che ha
favorito l'unione. Anche la signorina Margherita Pozzano di
Segno che, precisa il parroco, vive da circa 40 anni a Spotorno,
riesce a trovare marito anche se si deve accontentare di un
anziano vedovo Giovanni Battista Ganduglia che solo un mese
prima ha sepolto la seconda moglie.
I vedovi si risposano abbastanza rapidamente, per avere un aiuto
per la casa e con i figli, e sembra che la famiglia li incoraggi.
Antonio Maria Ganduglia di Tosse, per esempio, rimasto vedovo
si risposa lo stesso giorno del figlio con la consuocera Caterina
Tiberti vedova Revello (5).
XIII