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Senato “a mettersi a piedi dello stesso (vescovo) e dimandarle
perdono” (5). Il primo di agosto il notaio si reca dal vescovo,
ospitato in casa di don Bado, e, riporta il parroco, “dimandò
perdono in ginochioni con le lagrime agl'occhi”.
La lite con i Nolesi, però, non termina e monsignore deve
difendersi a Roma. Nel viaggio di ritorno si ferma nuovamente a
Spotorno e partecipa alla festa della S.S.Annunziata (25 marzo
1728). In maniera solenne sarà ancora a Spotorno il 7 giugno
1731 per la benedizione di due nuove campane.
Note:
(1)Gandoglia B. “In Repubblica” M. Sabatelli editore
2005.– pag. 405
(2)Il nome del padre di monsignor Bado , Pietro, è preceduto
negli atti dalla D. che indica nobiltà. La famiglia aveva
interessi a Genova e vi risiedeva abitualmente. Il fratello
di don Tommaso, Francesco, infatti muore a Genova, ma
il suo corpo viene portato a Spotorno, nella tomba di
famiglia da lui voluta, la cui lastra è ancora visibile nella
navata sinistra. I Boccalandro erano una delle più antiche
famiglie spotornesi: compaiono nell'assemblea dei
capofamiglia del 1504 di cui parla il Gandoglia (pag.32),
usando però la forma Bocarando. Il parroco, però, doveva
appartenere al ramo della famiglia che viveva a Noli. Nel
1748, infatti, viene celebrata una messa funebre per suo
padre Gerolamo, morto a Noli e sepolto nella tomba di
famiglia nella chiesa dei Padri Minori Conventuali. La
madre, invece, morta nel 1736 a Spotorno, era stata
sepolta nella chiesa spotornese dei Cappuccini. Forse si
era voluto far reggere la parrocchia a qualcuno non ostile
ai Nolesi, dopo il tempestoso periodo di don Bado.
Sempre il Gandoglia ci racconta che il reverendo
V