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scrivere; a farmi salire le scale della scuola contento e con la curiosità di
quello che avrei scoperto in uno di quei pomeriggi da trascorrere con lei,
nonostante che ciò significasse la rinuncia alla partitella di pallone nel
campetto dell’Esperia, dove, sicuramente, stavano giocando molti miei
amici. Lei, così severa, ci ha insegnato quanto sia educativa la severità,
quando è accompagnata da senso di giustizia e amore per l’insegnamento.
Ho conservato, di quel periodo, alcuni quaderni con le sue annotazioni, i
suoi giudizi. Quaderni a quadretti in cui tracciavo i bordi con una matita
rossa o blu.
Scorrendo le pagine, si trovano temi, problemi, esercizi di geometria, di
grammatica, riassunti, versioni in prosa, disegni a colori, dettati, testi di
poesie, pagine dedicate al Risorgimento, al Manzoni, al Leopardi, al Parini.
Ricordo di quando ci parlava dei Promessi Sposi, “il romanzo dei romanzi”,
dei “Ragazzi della Via Pal”, di “Ventimila leghe sotto ai mari”. Di quando
cercava di spiegarci che il latino, che avremmo cominciato a studiare nelle
medie, non era poi così terribile come si diceva. Noi ragazzi avevamo già
“un’infarinatura” perché facevamo i chierichetti ed allora la Messa si diceva
in latino. Il Vice Parroco, il buon don Quaglia, ci aveva fatto un po’ di
scuola di “latinorum” cercando di spiegarci la differenza tra un accusativo
ed un genitivo ed insegnandoci la giusta pronuncia nelle risposte da dare
durante la Messa, il Vespro, le varie Funzioni. La maestra Maggiorano,
sapendo questo, ci faceva pronunciare qualche parola in latino con rispettiva
traduzione e noi ragazzi facevamo i “saputelli”: “Ora pro nobis”, “Agnus
dei”, “Ad vitam aeternam”, “Deo gratias”, “Dies irae, dies illa”, “Fiat
voluntas tua”, “Ave”, “Amen”, ecc. ecc.
Rileggendo sui quaderni il tema su Galileo Galilei o la versione in prosa “La
cagnetta da salotto” del Parini mi sono reso conto quanto mi siano rimaste
dentro quelle vecchie lezioni della maestra Maggiorano e quanto siano state
importanti per la mia formazione.
Il tema su Galileo Galilei fu preceduto dalla visione di un documentario
commentato dalla nostra maestra che ci parlò dell’ingiusto processo subito
dal grande scienziato.
La versione in prosa “La cagnetta da salotto” fu preceduta da una lezione in
cui la nostra maestra ci parlò della rivoluzione francese, dei cittadini uguali
davanti alla legge, della differenza tra cittadini e sudditi, della fratellanza,
dell’uguaglianza, della libertà. In quell’occasione, ci parlò delle “barbare
leggi razziali” varate durante il regime fascista. Il suo era un insegnamento
molto avanzato per quegli anni.
Sostenemmo l’esame di ammissione a “Villa Ada”, il rosso castello di fronte
al mare, dove allora si trovavano le scuole medie unificate Spotorno/Noli.
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