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Trascrissi la poesia, che lei mi disse essere di Guerrini, sul mio
ricettario e feci vedere alla Lina. (fig.37)
fig.37 La poesia di
Guerrini, trascritta sul
ricettario.
che non poteva non essere a conoscenza sia del contenuto della
scatolone, sia di quanto avevo trovato sulla scrivania; fissai la data sul
breve scritto a macchina che mi diede senza parlare e, mentre
sbrigava le sue faccende di là, esaminai alcune delle cose che c'erano,
alcune le presi e la pregai di non buttare via niente; le cose restanti,
sono sicuro, mi sono arrivate poi tutte da lei o da sua cugina Teresa
Bacigalupo nel corso degli anni.
Tra le cose prese subito, sul risvolto di una busta da lettere vuota
trovai uno scritto di suo pugno, integrato da un appunto di Lina: ”Al
tosco: un sangue infantile m'inonda sento un fresco sonno venire. Tu
proteggi il sonno (di Millo)”.
Sotto, per mano della sorella, sottolineato: ”ultimi giorni”.
Ancora sotto, di suo pugno, virgolettato: ”aggiustato il tiro”. (fig.38)
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