Page 29 - ricordi di sbarbaro-3
P. 29
Tornammo subito a casa sua; entrando, la prima cosa che fece, fu
andare di là nello studio e tornare con la “fronda d'oro” che io non
avevo mai visto:”Voleva che la tenessi tu!”, mi disse, ed io, sorpreso e
in grande imbarazzo, rimasi di stucco, ritenendomi indegno di tanta
considerazione; lei però passò oltre, era una donna energica, senza
fronzoli e senza visibili cedimenti ai sentimenti. (fig.35)
fig.35 La Fronda d'oro:
un ramo d'olivo con la
dedica: “A chi ha onora-
to e onora la terra ligure
e la sua gente.
A Camillo Sbarbaro
Chiavari 29 luglio 1964”
Mi accompagnò in studio dove, per terra, vicino alla scrivania, c'era
una scatolone pieno di carte.
“Guarda un po' lì dentro,Piero; se c'è qualcosa da buttare, lo buttiamo,
altrimenti tieniti quello che ti interessa.”
A una prima occhiata mi sembrò tutto interessante, prezioso; presi
alcune cose, rimandando l'esame, d'accordo con lei.
Sulla scrivania c'era un foglietto con un breve scritto a macchina, un
“congedo” e anche una poesia scritta a mano e intitolata “Amico”.
(fig.36-37)
fig.36 Il biglietto dattiloscritto sul quale ho segnato quella mattina la
data del ritrovamento.
28