Page 28 - ricordi di sbarbaro-3
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La mattina dopo sembrava trasformato; eravamo nel suo studio e si è
scusato per avermi procurato ansietà e disturbo, insistendo perchè
accettassi almeno una madrepora che aveva sul comò; era una bella
giornata di sole e raramente l'avevo visto così sereno. (fig.34)
fig.34 La Madrepora che era sul comò che era rimasta nel suo studio.
Verso le 8,30 arrivò il dott. Torcello che interpretò il fatto come un
disturbo vascolare cerebrale transitorio.
D'accordo , proponemmo per prudenza un consulto con un neurologo,
e lui suggerì un suo ex allievo, il dottor Carpeneto, il quale venne un
paio di giorni dopo e lo vide insieme a noi.
Aggiunse, alle solite terapie un antidepressivo, una aminotriptilina, e
ci rassicurò per quanto possibile.
Passati 3-4 giorni nella normalità, di nuovo improvvisamente fui
chiamato perchè aveva perso conoscenza e sembrava in coma.
Torcello me lo fece ricoverare subito, impostò la terapia del caso, ma
nei successivi 2-3 giorni non vi furono miglioramenti e Millo non
riprese più conoscenza fino all'exitus che arrivò alle quattro di mattina
del trentuno ottobre.
La Lina mi telefonò di andare subito; arrivato all'ospedale, reso
esperto dalle molte notti di guardia, andai dritto all'obitorio, dove lo
trovai composto in una sala con una decina di altri defunti, in assenza
della Lina.
Pensai che fosse andata da qualche amico di Savona e stetti lì, solo
con lui, fino alle sette, quando lei arrivò accompagnata da Pippo
Barile, dicendomi che le avevano permesso di restare nella stanzetta e
così si era fermata in reparto.
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