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La lettera conteneva espressioni di
vivissima solidarietà, sottolineava
che ci erano voluti più di 12 anni
per dimostrare la responsabilità
svedese, e si concludeva così:
«Abbia per certo, Capitano
Calamai, che ci sono molti di noi
[di quelli che hanno studiato
questo sinistro] che sarebbero più
che disposti a prestare servizio ai
suoi ordini in qualsiasi momento»
Un libro racconta cosa successe davvero il 25 luglio del '56 e riporta le conclusioni della commissione
d'inchiesta, mai pubblicate. Compresa la provata innocenza del capitano italiano Calamai
Riabilitato il comandante Piero Calamai, comandante dell'Andrea Doria
Interessi economici dell'Iri impedirono di pubblicare subito il rapporto della marina mercantile. Un libro
racconta cosa successe Ecco le conclusioni della commissione d'inchiesta, sepolte in un archivio per 50 anni
L'urto «fu determinato dalla condotta del terzo ufficiale della motonave Stockholm».
La leggenda nera dell'Andrea Doria è finita. Mezzo secolo dopo la tragedia al largo di New York che costò la
vita a cinquantuno persone, l'affondamento del gioiello della nostra flotta e gettò un'ombra di sospetti sul
comportamento dell'equipaggio e sulla stessa affidabilità delle navi italiane, vengono finalmente rese note le
conclusioni della commissione d'inchiesta condotta dalla marina mercantile italiana.
Cinquant'anni è durato il silenzio che ha avallato la versione sostenuta dagli ufficiali e dagli avvocati della
motonave svedese Stockholm proveniente dalla costa statunitense che speronò il transatlantico italiano diretto a
New York alle 23,11 del 25 luglio 1956 (ora locale). Un silenzio tanto più grave perché l'inchiesta della marina
mercantile, conclusa in tempi rapidi, il 29 agosto 1957, non solo scagiona il capitano del transatlantico Piero
Calamai affermando che l'urto fu «essenzialmente determinato dalla condotta del terzo ufficiale della motonave
Stockholm», ma contiene un elenco di 48 membri dell'equipaggio «meritevoli di un encomio solenne».
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