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L'OFFICINA DI “TUGNIN”
A ridosso della casa colonica delle Baxie, in via De Maestri numero 24, si trova un
edificio di civile abitazione, anch'esso facente parte delle proprietà acquisite dai
Siccardi con l'acquisto Marchesi Serra, e poi confluite nell'Opera Pia Siccardi.
Trattasi di un edificio di interesse storico,
come dichiarato con decreto del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali n.54/12
del 24 luglio 2012 che ne impose il vincolo
archeologico in quanto “bene di interesse
culturale” come indicato nella relazione
dell'arch. Alberto Parodi allegata al
suddetto decreto:
“...la struttura dell'immobile, che si articola su
tre piani fuori terra, è in muratura portante,
mista a pietrame e mattoni, con orizzontamenti
costituiti da volte a padiglione con unghie tra
il piano terreno e il primo piano......L'immobile
in oggetto, con l'annessa corte interna,
appartiene ad una schiera edilizia
documentata già nella seconda metà del XVIII
secolo, ma sicuramente di fondazione più
antica, e ne costituisce porzione ben
conservata sotto il profilo tipologico
distributivo. Esso rappresenta inoltre, interessante
testimonianza delle tecniche costruttive locali
dell'era pre-industriale; per queste motivazioni,
pertanto, se ne ritiene più che motivato il formale
riconoscimento dell'interesse culturale ai sensi del
D. Lgs. 42/2004.....”
La casa fu abitata da diverse famiglie che si
alternarono nel tempo: Minetti Alberto, a cui
successe la famiglia di Calvi Giglio, poi
Alberto che abitò quella casa fino al 1999.
Quello che caratterizzò la vita della borgata
del “Monte” fino agli anni '90 fu la presenza
di Revello Antonio detto “Tugnin”, che, oltre
che l'abitazione ivi stabilì la sua officina di
lavorazione del ferro.
Foto in alto: La casa di via De Maestri n. 24 come si presentava
fino alla fine del '900.
Foto in basso: Tugnin nella parte esterna dell'officina.
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