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GLI ALLOGGI POPOLARI DI VIA VERDI


       Nella fase di ricostruzione della Borgata di Prelo,  distrutta dai bombardamenti del
       1944, l'Ente  si prodigò per il recupero  di due modestissime casette contigue in
       cattivo stato, che si trovavano a margine della strada comunale, già adibite a stalle e
       magazzini agricoli per i coloni dai Siccardi e confluite nel patrimonio del costituendo
       “Ente Opera Pia Siccardi”.
       L'intervento fu possibile per l'utilizzo dei fondi speciali stanziati dal Governo con
       Legge n. 409 del 1949 che permise la ricostruzione delle due casupole che furono
       unificate ed ampliate in un unico edificio di civile abitazione.
       Con lo stesso finanziamento furono riparati inoltre i vetri e gli infissi delle case della
       Serra e del ricovero, fortemente lesionati per  un importo di £. 234.000.


       Il progetto di ricostruzione delle case di Prelo, redatto dal geom. Canepa, prevedeva
       la realizzazione di quattro alloggi su due piani e  delle cantine al piano terra, per un
       importo complessivo di £. 3.500.000, che fu approvato dall'ECA  - Ente Comunale
       Assistenza - sezione Opera Pia Siccardi con atto n. 60 del 17/8 del 1950.
       Questa Istituzione era presieduta da Rossello Antonio e aveva sede presso il Comune,
       il quale aveva assunto provvisoriamente la gestione dell'eredità Siccardi, in attesa che
       fosse concluso l'iter di formazione del nuovo Ente,

       Gli alloggi di cui sopra erano destinati prima di tutto ai coloni che coltivavano i
       fondi del circondario ed erano privi di casa colonica, fra cui si ricordano: Ferrando
       Crescenzo che coltivava le terre del Montino, Noceto Vincenzo, colono della terra di
       Col tempo, i coloni uno ad uno lasciarono i fondi, le case rese libere furono destinate
       a   famiglie   in   difficoltà   economica,     come   da   volontà   testamentaria   di   Maria
       Siccardi.Marteggiana, Delfino Bartolomeo che coltivava i terreni del Coreallo.

       L'edificio civile di Prelo fu oggetto di un importante intervento nel 1957 quando, con
       deliberazioni n. 179 e n.186, furono appaltati i lavori di sopraelevazione di un terzo
       piano, e furono realizzati ulteriori due alloggi.

                                                          Gli appartamenti del fabbricato
                                                          attualmente censito in Via Verdi
                                                          n.60       mantengono         la
                                                          destinazione   sociale   e   sono
                                                          concessi   in   affitto,   a   canoni
                                                          agevolati, a famiglie bisognose
                                                          segnalate dai Servizi Sociali del
                                                          Comune   di   Spotorno,   che
                                                          compartecipa   anche         al
                                                          pagamento del canone.

                                                          Foto: La casa di via Verdi n. 60  in un
                                                          acquerello di Brusini, pittore di Spotorno.
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