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LA CANTINA DELL'OPERA PIA


       Al tempo dei Marchesi Serra il locale al piano terra di Via Mazzini era utilizzato
       come  rimessa   per   il   deposito   delle   carrozze   dei   cavalli,  da   note   d'archivio
       apprendiamo che:
       “...Il Marchese  Gironimo Serra, il quale aveva costruito il Palazzo Serra nel 1608, con
       l'intermediario Ginesio Sanguineti suo fideiussore, aveva insindacabile giurisdizione anche
       sul tratto compreso tra il giardino del palazzo (ora situato in via Berninzoni) e via Mazzini.
       Il motivo per cui la rimessa delle carrozze non era nel palazzo dipende dall'altimetria dei
       terreni   circostanti   il   giardino.   Nel   1700,   dopo   travagliata   guerra   di   successione   tra
       Artemisia Serra (figlia di Gironimo Serra) e i discendenti di Giò Pietro Serra  (cugino di
       Gironimo Serra), il palazzo Serra e tutte le proprietà di Spotorno passano a Giò Agostino
       Marchese Serra. Nel 1800, Stefano Serra e la marchesa Anna, vendono a Luisa Berlingieri il
       palazzo Serra, i terreni vanno ai Siccardi, mentre la rimessa delle carrozze è attribuita ai
       Ronco, possibile ramo minore dei Serra...”*

       Gli arredi della cantina Siccardi,  sono descritti nell'Inventario Siccardi come segue:

       n. 3 tini per pigiare uve;
       n. 23 botti da 500 a 1.500 litri;
       n. 17 barili da 40 litri;
       n. 10 gocci;n. 3 scale di legno;
       n. 5 griglie legno per pigiare l'uva;
       n. 1 imbuto di legno e n. 3 di lamiera;
       un succhiello, due terraglie;
       un torchio a muro con accessori;
       una secchia di rame;
       duecento litri di vino nostrale;
       n. 2 botti da 600 a 1000 litri;
       n. 16 gocci; n. 3 barili da 40 litri;
       due giare di argilla per olio;
       un bilico, altri utensili vari


                                    L'attrezzatura
                                    della cantina fu
                                    rinnovata con  l'aumento della produzione, infatti con
                                    deliberazione   n.   94   del   1964,   l'Opera   Pia   approva
                                    l'acquisto di  n. 5 nuove botti  dalla fabbrica  Broni  di
                                    Asti: n.1 da 11 hl, n. 2 da 7 hl e n.3 da 5 hl.
                                    Dopo appena un decennio tutto cambiò rapidamente:  la
                                    produzione di vino diminuì, i coloni ad uno ad uno
                                    scomparvero e intrapresero nuove attività, la  cantina
                                    venne quindi dismessa.


                                    * note dall' archivio di Miria Cerutti.
                                    Foto : la cantina dell' Opera Pia e torchio per la spremitura dei raspi
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