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“Ma che fantasia… noi siamo due rivoluzionari, giganti della storia
che hanno rotto le catene della provincia per andare ad illuminare Sevilla,
a liberarla dal conformismo e a riscaldare il cuore di fanciulle sognanti pas-
sioni”, il Duca aveva dato un colpetto al lampadario a forma di sirena che
si era messo a dondolare: “Vedi anche la sirena la pensa come me. È logico,
le sirene sono creature sensibili e intelligenti, altro che Dulcinea…”.
“Zuccherino non è molto contenta di questo nostro viaggio…”, Ar-
chiloco pensava ad alta voce.
“Ecco cosa ti rode! Non vorrai mica fartene un problema… e poi lei
non è stata in crociera? La piccola fiammiferaia … la proletaria della dome-
nica… che si veste da sarte di grido”, il Duca era nel suo.
“Che c’entrano le crociere e le sarte…”.
“Allora, perché Zuccherino non è contenta? Non sarà mica gelosa?”.
“Ma che gelosa… le spiace. Tu dici tante di quelle frescacce: sembra
che andiamo a scoprire nuove terre piene di donne maliarde… lo sbandieri
ai sette venti. Lo sai che lei ci patisce, non le piacciono le spacconate”, Ar-
chiloco sorrideva.
“Tentazioni? Spacconate? Noi andiamo a sedurre, ad istigare al
peccato! Si vede che Zuccherino sente aria di bruciato. Ti vede già come
Ulisse tra le spire di Circe. Lei che pensi a fare la fedele Penelope e a te-
nere a bada i Proci. Poi verrà il suo momento: la porterai sul letto in
mezzo all’albero e olè!”. Il Duca pensava già agli scherzi che avrebbe esco-
gitato a danno di Zuccherino, novella Penelope.
Passarono la notte parlando di Cervantes, di Don Chisciotte, di
Dulcinea del Toboso e della figlia del porcaio, di Brigitte Bardot e di ra-
gazze frementi in attesa di avventure mirabolanti, tutte figlie di porcai,
naturalmente. Non parlarono più di Zuccherino perché il Duca sapeva
che era un argomento che immalinconiva Archiloco e in quella notte la
malinconia doveva essere bandita. Sapeva benissimo che Archiloco in
terra di Spagna avrebbe sempre pensato alla sua Zuccherino; che le
avrebbe scritto chili di cartoline con pensierini amorosi. Altro che cer-
care ragazze frementi! Ma che importava: li attendeva un viaggio me-
morabile che l’Odissea faceva ridere.
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