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Mentre ricordavano i tempi andati, il vento stava rinforzando ed
il vecchio flying cominciò a correre di bolina. Fecero cambio: Archiloco
si mise al trapezio nonostante il mal di schiena mentre il Duca armeg-
giava al timone.
“Occhio a non romperti che ti porto in paradiso!”, fece il Duca.
Archiloco osservava la spiaggia che si stava allontanando e pensava ad un
vecchio proverbio arabo che recitava, più o meno, così: “Impara a scri-
vere le tue ferite sulla sabbia e il bene ricevuto incidilo sulla pietra, che
nessun vento possa cancellarlo”. Come mai gli era venuto in mente quel
vecchio detto? Forse perché pensava sempre più spesso al senso della sua
vita, a come era trascorsa. Di ferite sulla spiaggia non ne aveva scritte, di
bene ne aveva ricevuto, molto di più di quello che aveva dato. Non lo
aveva, però, inciso sulla pietra.
Il Duca, vedendolo assente e pensieroso gli urlò: “Torna nel
mondo malinconico amico…”.
Era stato sempre così tra loro due. Archiloco che ogni tanto “vo-
lava via” e il Duca che lo riportava sulla terra, in questo caso sul mare.
Le falesie orlate di scogli e di sabbia si allontanavano alle loro spalle. Di
fronte avevano l’orizzonte fisso ed immutabile, come quando erano ra-
gazzi.
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