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compagnandosi con la chitarra: “Mi hanno detto che al mondo di Cri-
sto ne è nato uno soltanto/ e per giunta da una donna che non ha mai
fatto all’amore…/ora vedo che di poveri Cristi ne nascono tanti/ tutti i
giorni/tutti i giorni e come noi…/Quando un altro uomo come Cristo
sulla terra nasce/la nostra società non lo mette più in croce, ma lo
manda a lavorare in ‘cinquecento’/ e gli da una donna da sposare / e la
domenica alla Messa contento lui va/ fra un’Ave Maria ed un sacramento
al bambino che non sta mai attento/ E la primavera sempre più lontana/e
la notte sempre più breve/perché è di notte che si sta a pensare/perché
è di notte che si sta a sentire la corda di un violino/perché è di notte che
si fa all’amore/ E di giorno si produce e si consuma/e se uno non vuole
capire ci son tanti modi per farlo morire/ma le croci non s’usano più…/
Al mondo di poveri Cristi ne nascono tanti/e da donne che hanno fatto
mille volte all’amore/ e non hanno perduto il candore”.
Un grande, prolungato, applauso accolse la fine della ballata. De-
gli studenti di Pavia chiesero ad Archiloco se fosse disponibile ad esibirsi
in uno spettacolo nella loro Università.
“Ragazzi si va a Pavia”, Archiloco aveva abbracciato Zuccherino
che era raggiante: “Questa sera mi hai fatto il regalo più bello della mia
vita, non me ne dimenticherò mai”.
In più, c’era una grande sorpresa: le ragazze, complice la madre di
Gianna che aveva inventato una scusa, potevano passare la notte fuori.
Andarono nell’appartamento di Via Lagrange. Il Duca si mise ai fornelli
per la solita spaghettata. Archiloco aveva davanti il suo piatto preferito:
carne in scatola Simmenthal con insalata e pomodori.
“Che orrore! Che barbaro!”, il Duca, che era un buongustaio, non
condivideva i gusti gastronomici dell’amico. Sentirono qualche disco e
poi andarono a letto. Era la prima notte che trascorrevano insieme. Ar-
chiloco e Zuccherino, nel letto matrimoniale, sentivano i due amici che
trafficavano per unire i due letti singoli. Poi il silenzio. Nel cuore della
notte, si sentì un tonfo seguito da imprecazioni: “Porca puttana! Quei
due di là nel matrimoniale ed io col culo in terra!”. Era il Duca che era
caduto sul pavimento perché i due letti si erano separati di colpo.
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