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Una seconda riflessione riguarda la notevole abilità di Marengo nel
costruire il dialogo con un contenuto molto vario: attraverso il dialogo
si rivelano le personalità, si esprime la quotidianità ora banale ora ri-
flessiva, si offre un abito realistico ad una storia capace di coinvolgere an-
che la nostra esistenza di lettori. Un terzo elemento degno di conside-
razione è il risultato complessivo di una scrittura che assorbe ironia
(capacità di osservare la realtà dall’esterno) e umorismo, descrittività e col-
loquialità, sentimento e riflessione sociale. Proprio quest’ultimo aspetto
colpisce nel libro: ci troviamo il franchismo morente, il sessantotto, le
stragi di Bologna e di Piazza della Loggia, la morte di Moro e un giudi-
zio sull’Italia di oggi “Un Paese sempre più individualista, qualunquista
e preda di sfrenate demagogie, di luoghi comuni, di populismo, di raz-
zismo, di sostanziale conformismo mascherato da una ‘visione mo-
derna’”.

       Giudizio severo ma giusto di un Paese che sembra aver perduto la
sua identità culturale.

       La storia che Marengo racconta è un po’ la storia di tanti di noi.
La soggettività diventa oggettività.

                                                               Francesco Gallea

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