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“Come stai?”, Archiloco gli aveva stretto la mano.
       “Come vuoi che stia… c’è chi sta peggio di me… prendi il
clima… hai letto i giornali?
       Il crescente effetto serra provocherà morti a milioni per malnu-
trizione, mancanza d’acqua. Non parliamo poi dell’inquinamento. E i go-
verni delle nazioni più potenti che fanno? Continuano a tenere la testa
sotto alla sabbia… se lo menano con i protocolli ed i convegni… chiac-
chiere, solo chiacchiere… e una cupidigia miope e senza fine avvolge la
ragione di chi dovrebbe decidere… per me… non me ne importa… ma
pensa ai nostri figli, ai nostri nipoti…”.
       “Ma non abbiamo figli… che io sappia... e tanto meno nipoti, a meno
che tu non mi abbia nascosto qualcosa…”, Archiloco se la rideva.
       “Eh, va beh… per me i giovani sono tutti figli e nipotini. Pensa
ai poveretti che verranno dopo di noi. E il nostro Genoa? Abbiamo fe-
steggiato tutta la notte la promozione in seria A e pochi giorni dopo ci
siamo trovati in serie C con una penalizzazione in aggiunta… il calcio
fa schifo… che razza d’ambiente… ci vogliono togliere anche il pallone…
che ci resterà ora che con la figa non ci diamo più del tu? Vabbè che siamo
governati da un puttaniere che per prendere voti prometterà figa per tutti.
Che ne resti anche un po’ per noi? Magari sotto forma di aiuto sociale?
Che dici? Eh, la solitudine spesso è mancanza di figa… non ti dico di
prenderne… a volte basta sapere che c’è… magari lì… dietro l’an-
golo… quando meno te l’aspetti… e voilà la figa eccola qua! Hai presente
alla Maddalena le prostitute che ti salutano chiamandoti tesoro, amore,
dolcezza? Che sollievo! E chi ti chiama più così! Bisogna far finta di cre-
derci e magari pagare la marchetta senza consumare… e chi consuma più?
Glielo dico sempre alla suora di non farsi illusioni. Intanto, lei col cac-
chio che mi chiama tesoro, amore, dolcezza. Al massimo, mi dice che
sono un vecchio sporcaccione”.
       Archiloco ascoltò, quasi con sollievo, le parole dell’amico. Il Duca,
nonostante la malattia grave, era sempre lui. Passava, con la stessa iro-
nica intensità, da scenari apocalittici a questioni di più piccolo cabotaggio
quotidiano come l’eterno psicodramma della loro squadra del cuore o

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