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nelle, senza offesa Zuccherino, e i fiorellini del prato son buoni tutti…
Esco dalla lussuria: M’incammino per lastrici sonori nella notte. Non ho ri-
morso o turbamento… che versi!”.

       “E io sarei la verginella?”, Zuccherino rideva.
       “Vedi Zuccherino tu sei l’acqua fresca di fonte, sei la rugiada. Per
te saprei scrivere versi anche io. Archiloco te ne avrà certamente scritti.
Ma cogliere momenti dell’anima uscendo da un casino… è lì che vedi
il vero poeta. È come scrivere una poesia su di me. Chi può farlo se non
un grande poeta?”. Totò aveva preso la mano di Zuccherino sussurran-
dole con un filo di voce: “Poi, ci sono altri momenti in cui vedi il vero
poeta. Vorrei essere un vero poeta per mettere in versi lo sguardo che avevi
il giorno del tuo matrimonio. Sei stata gentile ad invitarci anche se in
mezzo a tutti quei signori io e la Gina non sapevamo dove girarci. È stata
mia moglie a farmi notare la malinconia che era nei tuoi occhi. Eh, ci
vorrebbe un poeta come Sbarbaro… la malinconia, anche se sorridevi,
l’ho vista ma descriverla in versi…”. Zuccherino era commossa e gli strin-
geva forte la mano.
       “Ti dedicherò io dei versi, anzi un cantico dal titolo Totò protet-
tore delle mignotte”, il Duca era intervenuto perché Zuccherino stava per
piangere.
       “Ma che poesia! Si è sempre fatto mangiare dei soldi! Per fortuna
che poi i casini li hanno chiusi se no si mangiava anche la bottega, che
so solo io i sacrifici che abbiamo fatto per comprarla. Quelle lo prende-
vano per i fondelli e lui ci cascava sempre… lo rimbambivano di moine
e lui si beveva tutte le balle che gli raccontavano. Che aso!”, anche la Gina,
che non credeva alla vocazione poetica di Totò, era intervenuta per far
cambiare discorso al marito.
       “Zuccherino è l’acqua fresca, è la rugiada e io che sono?”, Gianna
si era rivolta a Totò per salvarlo dalla Gina che quando cominciava a rac-
contare le marachelle del marito non si fermava più.
       “Tu sei il Vesuvio in eruzione, sei lava bollente! Per te ci vuole Ne-
ruda. Quando giocavi a tennis si verificava un fenomeno strano. Di so-
lito, durante la partita, tutti muovono la testa per seguire la pallina da

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