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solo la memoria che dovrebbe servire per una giusta causa, se ci
decidessimo di farne buon uso”.
“Rassegnati? Sconfitti? Proprio tu lo dici? Che con il naso rotto,
alla tua età, sai reagire allo schifo di un pronto soccorso da terzo
mondo? Vuol dire che hai ancora speranza che qualcosa si possa
cambiare; che questi giovani abbiano ancora qualcosa in cui
credere, per cui lottare. Non è questa una giusta causa? Mi hai
sempre rinfacciato il mio relativismo fatalista e adesso fai queste
uscite…”.
“Credere? Lottare? Sono solo i sedimenti di tutta la mia vita che
ogni tanto si fanno vivi, mi obbligano a reagire con il cuore, con il
sentimento e il ricordo di quello che è stato, con la malinconia di
quello che poteva essere, ma il tempo non ritorna… è come l’acqua
di un ruscello… noi non possiamo più fare nulla. Persino la Chiesa
o tace o rievoca oscurantismo. Senza una lingua per il futuro, dove
andremo a parare? Ormai, la vita passa così…”.
“La vita passa così? Il tempo non ritorna?”, la donna senza età lo
guardava con tenerezza.
“Sai qual è in questo momento la mia unica speranza?”.
“La rivoluzione delle coscienze?”, la donna senza età sorrideva e
gli ricordava i suoi trascorsi con un pizzico d’ironia.
“La rivoluzione è una cosa troppo grande per il nostro povero
Paese dove, al massimo, scoppia solo qualche sommossa
sgangherata, anche nelle coscienze. La mia unica speranza è che tu,
per una volta, non ti ‘dilegui come parvenza vana’ e che,
passeggiando con me, magari tenendomi per mano, te ne stia brava
ad ascoltare le mie parole, quelle che non ti ho mai detto… e poi
che tu dica le tue. Io, finalmente, ti ascolterò. Il tempo non
ritorna… cerchiamo di ritornare noi, ci sarà pure un cazzo di posto
dove poter ascoltare un po’ di musica e chiacchierare”.
“Cos’è? Una dichiarazione d’amore?”.
“Oggi t’agogno o vestita di tempo! Non amo che le cose che
potevano essere e non sono state…”.
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