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“Ma no… senti, ci vediamo al bar Centrale, quello proprio di
fronte al pronto soccorso, così ti spiego…”.
“D’accordo, verrò con gli amici del gruppo”.
“No! No! Vieni da sola e non spettegolare!”. La linea, però, era
caduta.
Finalmente, fu chiamato il ragazzo con la gamba ferita. Un
infermiere si mise a spingere la carrozzella verso la sala medica del
pronto soccorso. La ragazza lo seguì di corsa.
“Lei chi è?”, fece l’infermiere.
“Sono la fidanzata… stiamo insieme…”.
“Siamo fidanzati? Stiamo insieme? E da quando?”, il ragazzo
iniziò a questionare.
“Da adesso, non fare sempre il solito rompiballe… ma
possibile… hai rotto per mesi che non mi volevo impegnare con
te… che trovavo delle scuse…”.
La donna senza età intervenne sorridendo: “Ragazzi avete sentito
il professore? State attenti: il tempo non ritorna… datevi una
regolata”.
“Ah, lei è un professore? Dovrebbe dare l’esempio ai giovani…”,
un poliziotto guardava il signore senza età.
“E cosa crede che abbia fatto sino adesso? Anche quando mi
sono fatto rompere il naso?”.
“Per esempio, io intendo comportarsi correttamente… insegnare
ai giovani a non essere violenti…a portare pazienza…”.
“Retorica, solo retorica… i giovani la violenza la subiscono…
pensi alla loro incertezza di futuro… loro sì che si devono
incazzare. Altro che portare pazienza! E’ con la perdita di pazienza
che comincia un movimento che può estendersi a tutto ciò che era
precedentemente accettato”.
“Questo non è Gozzano…”, la donna senza età gli sorrideva.
“Infatti, è Camus. Per i giovani dovrebbe essere l’ora
dell’impazienza. Noi siamo dei rassegnati, degli sconfitti… resta
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