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                 mentre il suo segretario gli sussurrava qualcosa
                 nell’orecchio.

                    Il sindaco si alzò e gli strinse la mano con
                 calore facendo un cenno d’inchino, subito imitato
                 dai parrocchiani. L’unica a non farlo fu la vecchia
                 beghina che era rimasta seduta su una sedia,
                 bloccata dai mille dolori reumatici. Continuava a
                 ripetere: «Non ha voluto celebrare il triduo in
                 onore della Vergine… parla come un carrettiere…
                 fa perepepeee al sindaco…».

                    La tirarono su ed imboccarono l’uscita. «E’
                 fatta! E’ fatta! Sia lode al Signore, deo gratias»,
                 urlavano tutti.

                    Poi, una domanda, rivolta loro a voce alta dal
                 vescovo, li raggelò e li bloccò sull’uscita: «Che
                 don Lupo stia con gli ultimi è giusto… ma siete
                 proprio sicuri che ha parlato di una Chiesa diversa
                 dal Vaticano? E quando l’avrebbe fatto?».

                    Ci fu un attimo di silenzio poi un parrocchiano,
                 un po’ imbarazzato, fece: «Io non l’ho mai sentito
                 ma se il sindaco l’ha detto…».

                    Tutti guardavano il primo cittadino mentre la
                 beghina sussurrava: «Ma quando mai il sindaco è
                 stato a sentire una predica del parroco?».

                    Il Trombetta ruppe gli indugi: «Certo che l’ho
                 sentito e non avrei mai voluto – sospirava – è stato
                 durante la messa dell’ultima Pasqua».

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