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          «il sole scompare e la luce si fa più intensa… è
          come un’eclissi al contrario… noi saremo sempre
          come un’eclissi al contrario»; persino l’euforbia
          arborea: un arbusto anch'esso "al contrario": fio-
          risce in autunno e "davanti c'è ancora la pri-
          mavera". Le metafore della dialettica.

             Nella quale per don Lupo giocano troppi ele-
          menti per poter essere conciliati: l’al di qua (il
          valore da dare alla mia vita, qui ed oggi) e l’al di
          là (un senso che trascende i limiti dell’individuo e
          della vita storica), Vangelo e fede, Dio e il
          prossimo, una Chiesa, con tutte le sue tragedie e i
          suoi tradimenti, che pur ama ed è amata. È pos-
          sibile conciliare tutto? È possibile tralasciare
          qualche elemento? È possibile superare l’alter-
          nativa tra le due ipotesi altrimenti che nell’accet-
          tazione di una condizione irriconciliata?

             La scelta del non appagante, anzi del dramma,
          del conflitto, della dilacerazione. Senza garanzie,
          ma non senza segni offerti alla speranza di una
          riconciliazione integrale.

             Non lo ha indicato il giovane gay nell’attitudine
          di quella fede e di quella scelta a mantenere nella
          capacità e nel dono di poter riconoscere in uno
          come lui, che egli giudica e soffre gravissima
          umiliazione dell’umanità, ancor sempre un uomo,
          e non un carciofo?

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