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sis delle mie dichiarazioni che rappresentano un fatto molto gr ave ;
o s s e rvo che, dopo di allora, non ci sono state altre convocazioni.
Ma non manca solo un rapporto collegiale tra dirigenti e non
dirigenti (la cui professionalità è del tutto essenziale, ma ciò sem-
bra non interessare nessuno), manca un lavoro di gruppo, la ricer-
ca di sinergie, il fare sistema, rete; dentro la Regione e nei rappor-
ti con la società civile. Ciò che è mancato è una comunicazione
interna all’ente ed esterna che non si limiti a ciò che l’ente vuole
far sapere ma risponda alle domande dei cittadini perché trasparen-
za, partecipazione e democrazia sono sinonimi.
Ritengo si tratti di una scelta culturale prima ancora che politica.
La mancata applicazione della legge 150 sulla comunicazione pub-
blica (responsabilità che accomuna maggioranza e minoranza) non è
un aspetto marginale. Il diritto-dovere ad una informazione comple-
ta e obiettiva è specularmente opposto alla volontà di sostituire al
buon giornalismo il ruolo dei port avoce o dei «p u blic relation men» .
Mi manca invece l’arguzia adeguata per raccontare le disavven-
ture del processo di informatizzazione, non in generale, ma della
nostra Regione; le sorde ottusità, il tentativo, in parte riuscito, di
i n f o rmatizzare l’inefficienza; il ridicolo appropriarsi di ru o l i
gerarchici nella più totale incompetenza. La vicenda delle pagine
in rete della biblioteca è esemplarmente negativa.
E ’p r evalsa insomma la paura che la carica innova t iva delle nuove
t e c n o l ogie potesse emarginare alcuni dirigenti e sov ve rtire ru o l i
prestabiliti. Dove era richiesta trasparenza, diritto di accesso, aper-
tura al dialogo e al confronto, valorizzazione delle competenze si è
sostituito un sistema censorio miope che ha negato le potenzialità
n u ove. Insomma hanno vinto ancora una volta i tart u fi.
Mai una risposta sensata ad una lettera in tanti anni di lavoro;
eppure tenacemente ho continuato ad inviarle in modo che sia
documentabile in ogni tempo ciò che proponevo, così come il loro
silenzio. E’ poco? Forse sì, ma in tempi bui come quelli attuali, è
una testimonianza che spero possa essere raccolta. Lo spero non
ne sono affatto sicuro. Ad esempio Graziella mi dice sempre che è
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