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terno con gli interessi privati e anche la connessa mistificazione
ideologica.
Guardiamoci attorno: dopo un secolo e mezzo sembra proprio
che nulla sia cambiato.
Mi ha molto divertito ad esempio l’affermazione della dott.ssa
Renata Olivieri, che peraltro stimo, che, dopo l’incarico in Giunta,
ha detto testualmente: adesso farò politica! Anche se debbo
aggiungere che non ho apprezzato l’etichetta di burocrate che la
minoranza le ha appiccicato, per la superficiale sottovalutazione
proprio della riforma burocratica di cui dirò tra poco.
Il mio rapporto con l’istituzione Regione è peggiorato nel
tempo: capo ufficio stampa per oltre 20 anni e pur essendo l’u-
nico dirigente giornalista professionista della Regione Liguria
sono stato cacciato dalla mia responsabilità, in quanto non gradito
al Presidente di allora; non mi risulta altro caso in Italia tra i capi-
uffici stampa di altre Regioni.
Ricordo su questo punto che l’allora Presidente del Consiglio
dopo aver affidato un costoso incarico ad una società di ricerca,
prima di ricevere le conclusioni dello studio, e con un evidente e
documentabile danno erariale, passò d’imperio alla ristrutturazio-
ne, sopprimendo anche l’ufficio stampa.
Non si è mai voluto un giornalismo serio, garante dei diritti
all’informazione dei cittadini, e anche la Federstampa ha sottova-
lutato il problema delle fonti e degli uffici stampa.
Nei pochi anni in cui sono stato il direttore giornalistico della
pubblicazione del Consiglio regionale ho avviato un rinnovamento
contenutistico e grafico (grazie anche al contributo qualificato di
Giuseppe Marcenaro e di Marisa Traverso); ho cercato ad esempio
di togliere le foto di presidenti e consiglieri che facevano capolino
tra le pagine e spiegare invece cos’è il cromo esavalente della
Stoppani che avvelenava Cogoleto.
Ricordo invece con soddisfazione l’impegno nel c o m i t a t o
radiotelevisivo. Grazie alla collaborazione con la Rai, la nostra
Regione è stata la prima a consentire prima l’accesso radiofoni-
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