Page 21 - ricordi di sbarbaro-3
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Nel '62 mi raggiunse a Genova, a metà settimana, una telefonata di
mia mamma che mi informava di un bellissimo servizio sul poeta sul
settimanale “Gente”. (fig.25)
fig.25. La co-
pertina del nu-
mero di Gente,
forse la Lina
aveva già visto
il servizio su
suo fratello, se-
guito da un ser-
vizio sulla visita
di Segni a Mila-
no, con l'incon-
tro con Monta-
le.
Al sabato, appena arrivato a casa, sono corso con il giornale su da lui;
alla Lina, che mi ha aperto, ho fatto vedere il giornale, mentre lui si
informava su chi era arrivato.
“C'è Piero” rispose, mentre mi trascinava sbrigativamente nella
saletta e gettava il giornale sotto la turca che faceva da sofà.
Perplesso, al suo arrivo abbozzai una scusa e, poiché lui era abituato a
queste mie sconsiderate irruzioni, non si meravigliò, facemmo il
punto sulle solite cose e se ne andò di là, dai suoi licheni.
Chiesi alla Lina del perchè dell'occultamento, mentre riprendevo il
giornale: ”Quello lì,” mi disse indignata, alludendo all'editore, “gli
dava 50 lire per ogni pagina che traduceva dell'”Assommoir” di
Zola!!!
Cominciavo a trovare qualche volta Gigetto Novaro a casa sua,
sapevo che ogni tanto arrivava con due uova , un galletto.
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