Page 84 - BOZZA 12 gennaio 1
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Il terreno della Collina era arrido, ancorché esposto un bella posizione e molto
soleggiato per cui necessitava di molta cura, e il continuo apporto di concime e
letame; l'inventario Siccardi descrive
questo fondo come: “...sciolto, ghiaioso,
seminativo irriguo, con pompa e pozzo al
piano e da questo alle vasche di raccolta
con tubazioni in ferro... “
Diversi coloni si alternarono nella
conduzione, nel dopoguerra fu affidato
alla famiglia di Calcagno Gio Batta, a cui
subentrò Toso Felice.
Dalla nota del perito agrario Ettore
Petrini allegata al verbale relativo al
passaggio di consegne tra i due Coloni si
attesta che, nel 1956, esistevano sul fondo:
n. 310 albicocchi e n. 430 viti; l'anno successivo con la presa in carico dei contratti
agrari, l'Ente fornì ulteriori: n. 55 albicocchi, n. 15 peschi, n. 50 peri, n. 350 viti, n. 24 pali,
oltre che 10 kg di filo di ferro, 13 kg di verderame, 21,5 kg di zolfo.
Nel 1956 i mezzadri dell'Opera Pia Siccardi chiesero di rivedere la clausola
contrattuale che poneva il pagamento
dell'acqua interamente a carico loro.
Toso Felice porse una accorata istanza al
Presidente:
“...perché non può essere che in un
terreno il mezzadro debba pagarsi
tutto il consumo dell'energia per
irrigazione..... fiducioso del buon senso
di giustizia e di criterio di chi sa cosa
vuol dire lavorare per vivere...”.
La Commissione accettò la richiesta e da
allora contribuì alle spese nella misura del 50%.
Negli anni '60, con la Presidenza di
Michele Calvi, fu completato
l'impianto di irrigazione per portare
l'acqua fino alla casa, che ne era
ancora sprovvista, con gran sollievo
dei Coloni che fino ad allora
dovevano trasportare l'acqua con i
secchi dalle fasce sottostanti.
Foto in alto: la casa della Collina lato nord, è visibile
lo stemma dei Serra.
Foto in basso: la famiglia di Toso Felice che vissero
nella casa della Collina dal 1956 al 1970.
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