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tersi fare gli auguri tutti insieme prima delle partenze, quando Gianna
portò una notizia clamorosa: “Zuccherino è a letto con gli orecchioni!”.

       Il giorno dopo, Gianna passò in negozio per proporre ai ragazzi
un piano operativo. Gli zii di Zuccherino sarebbero andati fuori per tutta
la prossima domenica e quindi era possibile visitare l’ammalata. La
donna di servizio, molto giovane, si era già dichiarata disponibile, per fare
un piacere a Zuccherino, a garantire la necessaria complicità.

       Archiloco si dichiarò subito pronto alla visita.
       “Vuoi andare a trovarla a casa? Ma non ha gli orecchioni? Sono
contagiosi! Pericolosi! Specialmente per i maschietti”, il Duca richiamava
alla dura realtà.
       “Se non ne approfitto domenica, che i suoi zii sono fuori, quando
la vedo? Io ci vado!”, Archiloco non aveva dubbi.
       “Ma come! Vuoi che le balle ti si gonfino come palline da tennis
che poi la Gianna ci fa i rovesci? Ma allora è amore! È veramente una pa-
gina shakespeariana! Mi vengono i brividi lungo la schiena… anzi mi per-
corrono il basso ventre, sento già Zuccherino: o Romeo, Romeo, where-
fore art thou Romeo? Deny thy father and refuse thy name”, il Duca faceva
sfoggio di un inglese poetico frutto di un tormentato esame.
       “Sacrenon! Che cultura! Io gli orecchioni li ho già avuti. E voi?”,
la Gianna era piuttosto pratica.
       “E chi si ricorda? Io mi sacrificherò per vigilare sul mio eroico
amico. Naturalmente sentirò i dottori Pautasso e Salasso. Faremo un con-
sulto per le misure precauzionali, non si sa mai”, il Duca stava meditando
qualcosa.
       “Vengo anch’io, magari porto dei fiori”, Totò non voleva mancare
trattandosi di Zuccherino.
       “Fiori? Occhio a quali scegli Totò se no sembrerà che andiamo ad
un funerale… povera Zuccherino… si impressionerebbe”, il Duca scher-
zava sempre.
       Gli zii di Zuccherino abitavano in un elegante palazzo. Prima, do-
vettero passare l’esame del portiere: “Cos’ha in quella borsa”, fece rivol-
gendosi al Duca.

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