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“Ecco, vedete: non potete rispondermi. Allora, mettiamola in un
altro modo: cosa vi piacerebbe condividere con i vostri vecchi che invece
vi dovete tenere dentro?”.

       “Vorrei restare incinta e poter portare la notizia ai miei con tanta gioia.
Vorrei che loro organizzassero una festa invitando Archiloco. Vorrei che per
questo si sentissero felici…”, Zuccherino era sempre Zuccherino.

       “Mi basterebbe una festa con i genitori di Zuccherino e i miei. Senza
bisogno di parole. Soprattutto senza bisogno che la mia galante debba restare
incinta”, Archiloco fissava il Po.

       E tu Gianna che dici?”, il Duca guardava la sua bella.
       “I miei genitori sono di manica larga. Paradossalmente, vorrei che qual-
che volta mettessero in discussione quello che faccio… per poterne discutere
con loro. Non so cosa pensino dei miei comportamenti”.
       “Ecco, vedete che casino!”, il Duca stava pensando a voce alta: “E io
cosa debbo dire? Io sono un orfano! Sono stato abbandonato in una barbe-
ria puzzolente! Anche voi siete degli orfani cresciuti da un barbiere! Voglio un
barbiere per padre senza quelle cazzarole di fabbriche. Voglio un padre che rida
delle mie cazzate”, il Duca era salito su di un pilastrino del parapetto in ghisa
come se stesse per tuffarsi. Si teneva ritto appoggiandosi ad un lampione.
       Urlava: “Siamo degli orfanelli, soli… aita… aita…”.
       I pochi passanti non lo degnavano di uno sguardo e andavano oltre.
       “Ecco, non siamo credibili come orfanelli. Non ci caga nessuno!
Quanto egoismo nel mondo! Dovremmo inscenare un’altra commedia:
Zuccherino incinta scacciata da casa con i vestiti stracciati e Gianna che
chiede l’elemosina per aiutare la puerpera. Titolo: Le due orfanelle. Tra-
gedia in due atti”.
       “Tragedia?”, Gianna era curiosa.
       “Certo! Nel primo atto io racconto la storia tristissima della bella
aristocratica messa incinta dal garzone scacciato a bastonate da una fa-
miglia superba. Lei ridotta sul lastrico e l’amica che ne segue la sorte”,
il Duca inventava.
       “Brr, che storia deprimente, non hai altro da proporre?”, la Gianna stava
al gioco.

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